Non più solo bibite, snack e sigarette. I distributori automatici ora procurano anche vino e birra. Il primo esempio  in Italia di questa macchina si trova a Lecco, in viale Filippo Turati. A realizzare l’idea è la Enoenergy, start up nata a marzo. “Ma noi soci – racconta Alberto Villa, amministratore di Enoenergy – siamo praticamente astemi”. L’idea è nata da una ricerca di mercato finalizzata a individuare quali prodotti mancassero nel mercato dei distributori automatici. Il punto vendita eroga vini provenienti dalla filiera corta, a chilometro zero. “Così – spiega Villa – si eliminano i costi di packaging. I nostri prodotti costano il 30-40% in meno rispetto alla grande distribuzione con i prezzi dei vini che variano da 2,30 ai 2,50 euro al litro. Per accedere al servizio, basta registrarsi con la tessera sanitaria per verificare la maggiore età dell’utente”. Il distribuore può incentivare all’alcolismo? “Abbiamo scelto di chiudere alle 22, anziché alle 2, proprio per evitare l’abuso di alcol”, risponde Villa. Ma se lo Stato ha supportato l’impresa, in qualità di start up innovativa (garantendo l’80% dei finanziamenti), le banche hanno riservato a Enoenergy un trattamento diverso. Secondo i soci, l’istituto cui si sono rivolti avrebbero preteso ulteriori garanzie, pari al 50% del finanziamento, e da quattro mesi non dà risposte alla società  di Stefano De Agostini

Articolo Precedente

Idee giovani, biotecnologie per agricoltura ‘pulita’. Ma l’Italia non rispetta le regole

next
Articolo Successivo

Articolo 18, Poletti interviene. Ma era meglio il silenzio

next