Una friulana nel Far West. “L’America è sempre stata un sogno da raggiungere. Ora mi trovo qui e non so se tornerei in Italia”, dice Maria Pradissitto, 30 anni, di Lignano Sabbiadoro in provincia di Udine. E che, un po’ per amore e un po’ per lavoro, è finita a vivere a Durango, nel sud ovest del Colorado, una zona fra il deserto e le Montagne Rocciose, a due ore di aereo dalla prima vera città, Denver, e in mezzo a orsi, cervi, puma, serpenti e cow boy. “Amo vivere in questa parte d’America – racconta – dove le persone sono accoglienti e genuine. Non ci sono troppi fast food o catene commerciali, ma piuttosto piccole imprese e tanta creatività. Mi è bastato poco per inserirmi al meglio nella comunità. Ho iniziato con un gruppo di conversazione in italiano e sono finita a lavorare per l’ente di promozione locale per lanciare il primo programma di attrazione turistica rivolto all’estero”.

Maria da piccola aveva un sogno, le relazioni internazionali. Così va a studiare a Trieste, per frequentare la facoltà di scienze politiche, e in seguito a Gorizia, dove si specializza in scienze internazionali e diplomatiche. Ma è soprattutto con un Erasmus a Malta che la sua vita cambia. “Un’incredibile esperienza sia a livello educativo sia a livello umano”, dice. Qui, per caso, incontra Jonathan, americano e suo attuale marito, che si trovava in vacanza nell’isola del Mediterraneo fra l’Africa e la Sicilia. “Ci è bastato uno sguardo e un paio di parole per capire che tra noi c’era qualcosa di speciale, qualcosa che però ha dovuto aspettare a lungo prima di sbocciare. Infatti, lui sarebbe partito poco dopo il nostro primo incontro. Io ho continuato a seguire i miei studi e la mia passione per le lingue e le relazioni diplomatiche”.

Così questa italiana del Far West, al suo ritorno in Italia, fa una domanda per una borsa di studio Isep (International student exchange program), viene selezionata e finalmente parte alla volta di Austin, in Texas. Il profondo sud americano, dove tuttavia Maria può riavvicinarsi a Jonathan, che in quel momento viveva in Colorado. Di lì il matrimonio e la nuova vita americana, non senza una breve esperienza a Cipro, all’ambasciata d’Italia a Nicosia. Poi, appunto, Durango, fra paesaggi che ricordano Tex Willer e le canzoni di decine di cantautori che hanno celebrato queste terre. “Con sorpresa mi resi conto che in questa piccola cittadina del Colorado esiste una forte tradizione italiana, tramandata da generazioni. Molti italiani, in gran parte provenienti dal Trentino Alto Adige, emigrarono qui alla fine dell’800 per servire come forza lavoro nel settore minerario”.

Ma per Maria venne anche il momento delle lunghe pratiche burocratiche per ottenere il permesso di soggiorno, comunque facilitate dal matrimonio con un americano. Infine, quasi per caso, il contatto con l’ente di promozione turistica, per il quale ora segue il mercato europeo e asiatico. “Mi sento molto orgogliosa di poter rappresentare questo luogo di fronte al resto del mondo. Qui la promozione è fatta molto bene. Dal mio punto di vista ogni risorsa è sfruttata al meglio per seguire tendenze e trend di mercato. Il punto di forza qui è il lavoro in team, lo scambio di idee e il brain storming. Prevale sempre la voglia di migliorare e migliorarsi, la flessibilità nell’accogliere nuove idee e la capacità di reinventarsi. Queste sono tutte caratteristiche che apprezzo molto nel lavoro e che mi danno la carica e la motivazione per crescere professionalmente”.

Ma qual è la ricetta per attrarre turisti in un luogo lontano da tutto e da tutti? “Credo che la particolarità degli operatori qui a Durango sia quella di sfruttare tutte le risorse disponibili. Dall’utilizzo costante dei social network, alla cooperazione con agenzie federali e con lo stato del Colorado, al quale ci appoggiamo per condurre promozioni più estese finalizzate a raggiungere rappresentanti del commercio e dei media. Ma soprattutto operiamo a 360 gradi, anche con il consumatore finale, non focalizzandoci solo sugli operatori commerciali o per affari”.

Il turista, insomma, come preda da acchiappare e da portare nel selvaggio West, una caccia quasi quotidiana per questa giovane friulana. Nessuna nostalgia per il Belpaese, alla fin fine, comunque, da parte di Maria. “A volte – prosegue – mi chiedo se in Italia ci sia al contrario una tendenza ad essere pessimisti e a rigettare il cambiamento. Ma per me cambiamento è sinonimo di miglioramento. Proprio questa tendenza alla staticità e la scarsa flessibilità mentale dell’Italia non mi mancano per nulla. Certo mi mancano la famiglia e gli amici, ma cerco di mantenere i contatti regolarmente per sentirli più vicini. A dire il vero non lo so se avrei mai pensato di trasferirmi in America in modo definitivo: è successo per caso e per amore soprattutto. Ma è anche vero che ho sempre sentito il bisogno di scoprire nuovi luoghi”. Anche se sono a ore di macchina dal resto del mondo.

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