Eduardo Campos, il candidato alla presidenza del Brasile del Partito Socialista (Psb), è morto a bordo dell’aereo privato che è precipitato a Santos, città costiera dello stato brasiliano di San Paolo. Secondo l’Aeronautica brasiliana (Fab) l’aereo caduto nel quartiere di Boqueirao è un Cessna 560-XL, che era partito circa un’ora prima dall’aeroporto Santos Dumont di Rio de Janeiro e si dirigeva verso l’aeroporto di Guarujà di Santos. Il velivolo avrebbe avuto problemi quando si stava preparando ad atterrare a causa del maltempo, e subito dopo la torre di controllo ha perso ogni contatto radio. La Fab ha informato che tra i passeggeri del volo non c’è nessun sopravvissuto, mentre quattro altre persone coinvolte nell’impatto col suolo sono rimaste ferite e sono state ricoverate d’urgenza. Insieme a Campos, indicano queste fonti, si trovavano la moglie Renata, il più piccolo dei suoi cinque figli – Miguel, nato nello scorso gennaio – e tre collaboratori della sua campagna presidenziale. 

Campos, 49 anni, era nipote di un altro importante uomo politico brasiliano, Miguel Arraes, ritornato in Brasile nel 1979 dopo 15 anni di esilio durante la dittatura militare. Presidente del Partito Socialista dal 2005, dopo la rottura con il Partito dei Lavoratori di Lula, ha annunciato la sua candidatura alle elezioni del 5 ottobre lo scorso aprile. In corsa con lui per la vice presidenza c’era la leader ambientalista Marina Silva, che non si trovava a bordo del velivolo. L’ultima inchiesta dell’Ibope attribuiva a Campos il 9% dei voti, lontano dal 38% di Dilma Rousseff e del 23% dello sfidante Aecio Neves, del Partito della Socialdemocrazia Brasiliana. Gli altri due candidati hanno sospeso le attività di campagna elettorale in segno di cordoglio per la morte del candidato socialista. 

 

 

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