Il 16 maggio scorso i giudici della Corte d’Appello di Roma hanno assolto le tre maestre, la bidella e l’uomo accusati di atti di libidine sui bambini dell’asilo di Rignano Flaminio. Le motivazioni della sentenza dicono che il fatto non sussiste e che “i minori erano influenzati dai genitori”.

Io conosco il caso solo attraverso i giornali e non ho motivo di dubitare delle ragioni dei giudici, però so anche che fatti come quello che si presumeva avvenuto a Rignano esistono e che i giudici a volte sbagliano. Il punto che voglio svolgere in questo post è questo: è possibile suggestionare un bambino (o un adulto) fino a questo punto? Quali sono i dati della psicologia scientifica in merito? La risposta, in breve, è si: la suggestionabilità dell’essere umano è molto grande, sia nell’adulto che, a maggior ragione, nel bambino. Solomon Asch, uno psicologo americano attivo negli anni ’50 – ’70 dimostrò in vari esperimenti su volontari che la pressione sociale può indurre un individuo ad affermazioni sorprendenti (non necessariamente sincere). Ad esempio in un classico esperimento una classe di presunti soggetti sperimentali (in realtà complici dello psicologo) sosteneva una affermazione palesemente falsa e veniva misurata la disponibilità dell’unico soggetto sperimentale “vero” a conformarsi all’opinione della maggioranza: era altissima.

Più o meno nello stesso periodo gli psicologi Festinger e Carslmith dimostrarono che soggetti ai quali vengono richiesti (in un esperimento) compiti sgradevoli hanno una certa tendenza a convincersi che questi sono invece gradevoli o interessanti: possiamo mentire per conformarci all’opinione degli altri, ma dopo un po’ finiamo per convincerci delle nostre bugie. Anche la memoria è in realtà costituita in parte da effettivi ricordi di eventi passati e in parte da ricostruzioni razionali più o meno consapevoli. La psicologa Elizabeth Loftus ha condotto e pubblicato molti studi sulla possibilità di manipolare il ricordo di eventi passati o addirittura di costruire memorie di eventi non accaduti. Uno studio pubblicato lo scorso 16 luglio da questa ricercatrice dimostra che un fattore predisponente alla creazione di false memorie è la deprivazione del sonno

I dati empirici raccolti dalla psicologia scientifica sono tendenzialmente in contrasto con quelli della cosiddetta psicologia dinamica: la psicoanalisi freudiana e junghiana e loro varianti più moderne. Ad esempio Freud riteneva completamente attendibili le memorie infantili del paziente anche a distanza di decenni (come nel caso dell’Uomo dei Lupi) e riteneva impossibile ottenere un effettivo convincimento del paziente a seguito di una influenza esterna, a meno che questa non fosse in grado di mobilitare in qualche modo l’energia pulsionale interna della psiche (di fatto Freud riteneva che l’ambiente agisse sulla psiche solo attraverso la mobilitazione delle pulsioni intrapsichiche). Negli anni ’90 ebbe grande seguito, prima di collassare sotto il peso della sua stessa implausibilità, l’ipotesi (originariamente formulata da Freud) che un disturbo psichiatrico (secondo Freud l’isteria; negli anni ’90 la sindrome della dissociazione della personalità) fosse causato da traumi sessuali subiti in età infantile, dimenticati (rimossi), e infine ricostruiti nel corso della psicoterapia.

Studi successivi hanno dimostrato che la violenza sessuale subita in età infantile non viene facilmente rimossa e non causa la sindrome di dissociazione della personalità (semmai predispone alla malattia depressiva). Nel frattempo vi furono penosi processi a genitori ingiustamente accusati dell’orribile crimine di aver sottoposto a violenze sessuali i propri figli che portarono alla costituzione di fondazioni sulla “Sindrome da False Memorie” negli Usa e in Gran Bretagna.

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