Hanno superato il primo passaggio in Parlamento i primi due articoli nuovi della Costituzione italiana. Che ci obbligano subito a prendere atto di una sgradevole verità: la Terza Repubblica, la nuova giovane agile efficiente veloce repubblica che sta nascendo è fondata sulle bugie. Queste bugie non bisogna dimenticarle: condizioneranno la nostra vita nei mesi e anni futuri.

Prima bugia. Alcuni mesi fa Matteo Renzi proclamava che si alleava con Berlusconi non per governare insieme, ma per fare insieme le regole. Richiesta di un commento nel corso di una puntata di Ballarò, dichiarai che questa del premier mi sembrava la battuta più spiritosa della stagione. Scegliersi come interlocutore per fare le regole, un signore che le ha sempre evase e violate e ha esortato gli altri a violarle; che, quando le ha fatte lui, invece di fare regole valide per tutti, le ha fatte ad personam, cioè su misura per sé; un signore che una sentenza passata attraverso tre gradi di giudizio definisce inoppugnabilmente un violatore di regole dannoso per la convivenza civile…be’, non potevo e non volevo crederci, pensavo davvero che non potesse essere altro che una battuta. Fui assalita da alcuni zelanti e supponenti giovani esegeti del pensiero del Capo, che mi spiegarono che – pensate un po’ – le leggi costituzionali vanno fatte con il consenso più ampio possibile, facendo partecipare tutti. Figuriamoci se poteva restar fuori il leader del terzo partito italiano! Alla fine sono rimasti fuori il secondo e il quarto partito italiano, più alcune forze minori e alcuni dissidenti della maggioranza. A tutti costoro, tra ghigliottine e canguri è stato negato il diritto di discutere, in base al principio, ripetutamente dichiarato, che il governo ascolta tutti e poi fa come aveva già deciso prima di ascoltare chicchessia. Ricapitolando: la bugia è “le leggi costituzionali le faremo con la partecipazione di tutti”; la verità (che non si deve dire) era già quattro mesi fa “le riforme costituzionali le facciamo con Berlusconi; tutti gli altri saranno esclusi e se ne faranno una ragione”.

Seconda bugia. Si afferma che il bicameralismo all’italiana rallenta il processo legislativo. Non è vero, siamo nella media europea, dicono gli esperti sui giornali. E d’altra parte se siamo così lenti, come abbiamo fatto in mezzo secolo ad accumulare qualche centinaio di migliaia di leggi, mentre i paesi europei con cui ci confrontiamo ne hanno prodotte sì e no qualche migliaio? Non ho mai trovato una risposta del premier o di qualche altro rappresentante del governo a questa domanda. Eppure, la risposta è semplice: incompetenza e particolarismo clientelare dei rappresentanti del popolo, più inclini a legiferare in nome del proprio collegio elettorale che in nome del popolo italiano e a utilizzare il processo legislativo come una palestra per veti incrociati tra le forze politiche e all’interno di ciascuna forza politica. Dunque non andrebbe cambiato il Senato, ma coloro che vi siedono.

Terza bugia. “Ce lo chiede il popolo italiano”. Anche qui siamo ai limiti del grottesco. Qualcuno dei miei gentili lettori si ricorda gli scioperi generali per ottenere la riforma del Senato, i sit-in e le marce di massa per avere il senato delle autonomie, le raccolte di firme per ottenere l’innalzamento del numero delle firme necessarie per richiedere un referendum o per proporre una legge di iniziativa popolare? Ancora pochi giorni fa, nel bel mezzo della discussione (o di quel po’ di discussione che è stato possibile fare) al Senato, solo il 3% del popolo italiano riteneva che la riforma del Senato fosse un problema prioritario. La verità allora non è “ce lo chiede il popolo italiano”, ma “ce lo chiede il 3% del popolo italiano”. E’ un po’ diverso, non vi pare?

Potrei continuare, ma per fortuna c’è Marco Travaglio che ci tiene aggiornati sulle bugie del governo. Vorrei sottolineare che, contrariamente alle convinzioni del ministro Boschi e alle sue approssimative citazioni da Amintore Fanfani, i politici hanno sempre detto bugie. Fa parte del mestiere. Quello che c’è di nuovo in questo governo, è l’improntitudine con cui vengono sbandierate come verità le cose più evidentemente false e come certezze le assurdità più inverosimili. E la dabbenaggine o, più spesso, l’indifferenza, la sfiducia, il cinismo con cui il popolo le ingoia. E la rapidità con cui gli uni dimenticano di averle dette e gli altri di averle ingoiate.

A inaugurare la nuova agile giovane efficiente veloce Terza Repubblica abbiamo avuto la lezione ex- cathedra del chiarissimo prof. ex-comandante Schettino, alla Università La Sapienza di Roma. Tema: la gestione del panico. Appunto: Berlusconi a fare le regole per tutti, Schettino a spiegarci come si gestisce il panico…Chi è il prossimo o la prossima? Non importa, noi italiani digeriamo tutto.

Con l’estero la cosa è un po’ più complicata: nel mio piccolo ho ricevuto due telefonate dall’Inghilterra e una dalla Francia di amici che chiedevano se la storia di Schettino era vera. Gli ho spiegato che sì, l’Italia ha cambiato verso. E’ colpa mia se non riesco a farmene una ragione.

Firma la petizione ‘No ai ladri di democrazia’ 

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