Signor Sindaco di Roma, signora Assessore alla Cultura del Comune di Roma, 

chiediamo pubblicamente la vostra attenzione perché pensiamo che la trattativa che può decidere la sorte del Teatro Valle sia arrivata ad un punto cruciale. 

Grazie alla conduzione sensibile di Marino Sinibaldi e alla nuova attenzione politica dimostrata da Giovanna Marinelli, sono emerse le linee fondamentali di una soluzione che può essere davvero condivisa da tutti.

Il Comune e il Teatro di Roma hanno, infatti, riconosciuto non solo che l’occupazione (ancorata a precise disposizioni costituzionali, che affermano il diritto-dovere dei cittadini, singoli o associati, di svolgere attività di carattere generale, sulla base del principio di sussidiarietà) ha salvato il teatro dalla privatizzazione o dalla chiusura, facendo in modo che non venisse meno la sua funzione sociale, ma hanno anche condiviso l’idea che il modello culturale, artistico, gestionale del Valle è un modello fortemente interessante perché riesce a coniugare in concreto qualità e capacità di attrazione e formazione del pubblico.

Negli ultimi due incontri si è, anzi, iniziata a intravedere la possibilità che, anche una volta entrato nel Teatro di Roma, il Valle conservi una sua marcata autonomia culturale e gestionale, pur nel rispetto della normativa vigente. 

Crediamo che questa sia una via promettente, una via che delinea una soluzione la cui importanza politica trascende perfino la sorte del Valle stesso. Negli ultimi decenni, anche in campo culturale le pubbliche amministrazioni si sono impegnate a creare nel loro seno società e agenzie che permettessero di agire secondo procedure, e non di rado anche con finalità, di tipo privatistico. Qua si tratta di avviare un processo perfettamente speculare: e cioè studiare il modo in cui sia possibile che le istituzioni pubbliche ospitino al loro interno un modo diverso per essere pubblico. Un modo radicalmente costituzionale di essere pubblico.

Se il Comune di Roma riuscirà a dimostrare che è possibile un altro modo di fare teatro pubblico, e che questo modo può stare dentro il sistema pubblico attuale, questo successo rappresenterà una tappa storica nell’esperienza del governo di sinistra. Un primo, chiarissimo segno della capacità e della forza di invertire la rotta.

Se vi scriviamo, è perché ci sembra che questo risultato sia troppo importante, e troppo a portata di mano, per vanificarlo con scadenze che non sono dettate da nessuna reale esigenza. Siamo convinti che sia importante che la trattativa sia conclusa prima che il teatro debba essere (seppur temporaneamente) abbandonato: se questa scadenza sarà spostata all’autunno inoltrato e se la trattativa riprenderà ai primi di settembre si potrà arrivare in tempi ragionevolmente brevi ad un risultato prezioso per l’Amministrazione comunale, per la Fondazione Teatro Valle Bene Comune e per tutti coloro che nel Paese guardano con ansia e fiducia a questo passaggio cruciale.

Grati per l’attenzione, vi salutiamo cordialissimamente 

Massimo Bray
Pippo Civati
Celeste Costantino
Paolo Maddalena
Maria Rosaria Marrella
Ugo Mattei
Tomaso Montanari
Christian Raimo
Salvatore Settis 

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