Ora che l’Oms ha dichiarato che Ebola è una emergenza sanitaria internazionale si muove più facilmente la “macchina dei soccorsi”. L’Ue ha stanziato altri 8 milioni di euro per combattere l’epidemia. Si tratta del quarto stanziamento eccezionale di fondi che l’Europa ha messo in campo e che porta il totale degli aiuti a 11,9 milioni. Inoltre, nei prossimi giorni un secondo “Laboratorio mobile” europeo sarà messo a disposizione in Sierra Leone per fornire diagnostica e sostegno. “Siamo determinati a combattere il diffondersi della malattia, molte vite dipendono dall’assistenza immediata”, ha detto Kristalina Georgieva, commissario alla cooperazione e agli aiuti umanitari. Il laboratorio partirà dall’Italia come spiega all’Ansa il direttore scientifico dell’istituto Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito: “Il laboratorio è qui da noi era destinato originariamente alla Tanzania”. 

Il laboratorio mobile avrà il compito di analizzare i campioni dei casi sospetti, e si aggiunge a quello, sempre gestito dallo Spallanzani, operativo in Guinea. Non è ancora decisa invece la composizione del team che opererà nel laboratorio, che potrebbe comprendere anche personale italiano. Secondo Ippolito la decisione dell’Oms di alzare l’allarme sul virus era attesa. “La dichiarazione di emergenza di salute pubblica internazionale serve da una parte a dare all’Oms una maggiore autorità di coordinamento – spiega l’esperto – e dall’altra a chiedere ulteriori finanziamenti alla comunità internazionale”. 

Mentre il numero di morti continua a crescere arriva la notizia che non è stata contagiata dal virus la suora spagnola Juliana Donoha Bohe rimpatriata con il missionario Miguel Pajares che, invece, ha contratto la malattia in LiberiaI medici dell’ospedale “La Paz” di Madrid, nel quale si due si trovano ricoverati in isolamento da giovedì mattina, hanno detto che gli esami saranno ripetuti tra quattro giorni. Intanto il premier spagnolo, Mariano Rajoy, ha smorzato sul nascere le voci contrastanti su chi pagherà le spese per il trasporto dei due religiosi dalla Liberia in Spagna: “Sono a carico del governo – ha detto Rajoy -. Sono sbigottito, non so da dove nasca questo dibattito. E puro buon senso: molti spagnoli vengono rimpatriati dalla Libia di questi giorni e ci pensa il hoverno, come è nostro dovere. Spero che la controversia sia risolta”. 

Intanto il numero di vittime dell’epidemia si avvicina sempre più ai mille morti. Secondo le ultime stime dell’Oms, pubblicate venerdì e aggiornate al 6 agosto, sono 961 le vittime su 1779 casi. Dall’ultimo aggiornamento, datato 4 agosto, non si sono registrati nuovi casi in Guinea, mentre aumenta il conto in Nigeria. In Sierra Leone sono stati chiusi i cinema e gli stadi e ci sono forti limitazioni alla circolazione, con 717 casi e 298 morti. In Nigeria invece, dove il virus è stato portato da un cittadino liberiano, i casi sono saliti a 13, con due morti. Buone notizie invece dalla Guinea, il paese dove è iniziata l’epidemia, che non ha registrato nessun nuovo caso nei due giorni considerati anche se si sono verificati quattro morti.

“Fare il bagno con acqua calda e sale o bere acqua e sale non cura l’Ebola” scrive in un tweet l’Organizzazione mondiale della sanità, intervenendo su alcune credenze che si stanno diffondendo in Africa 

 

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