“Ci vuole forza, coraggio e libertà per sostenere la battaglia culturale sull’equità fiscale in rete. La Siae, guidata da Gino Paoli, ha dimostrato di interpretare la rivoluzione digitale con gli ingredienti giusti.”

Inizia così un post che Francesco Boccia, (Pd), Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha pubblicato ieri, su queste stesse pagine, nel blog dei “creativi italiani in difesa del diritto d’autore”.

La reazione della Siae all’aumento indiscriminato dei prezzi della Apple è stata – prosegue l’on. Boccia – un’opportuna e intelligente provocazione. Regalare ad associazioni benefiche e culturali iPhone comprati a Nizza a prezzi più bassi nonostante un equo compenso più alto è la dimostrazione che sul sistema fiscale in Europa è fuori controllo. Quella della Siae è una battaglia sacrosanta. Una battaglia di civiltà che condivido e sostengo.”.

Il riferimento è alla conferenza organizzata, nei giorni scorsi, dalla Siae, nel corso della quale il Direttore Generale della società ha lanciato una sfida [ndr non è dato capire quale] alla Apple, mordendo una mela mentre il Presidente, Gino Paoli ha, appunto, regalato a 22 associazioni da Telefono Azzurro alla Croce Rossa italiana sino ad arrivare ad una scuola di Jazz, altrettanti iPhone.

A molti è sembrata una provocazione sciocca ed inutile – tra l’altro costata oltre 15 mila euro agli associati Siae – che non ha colto nel segno ma a Francesco Boccia sembra essere piaciuta e molto.

Curioso, peraltro, che Francesco Boccia – papà della Web Tax all’amatriciana – difenda un’iniziativa nell’ambito della quale la Siae ha – almeno implicitamente – suggerito a milioni di italiani di andare all’estero a comprare prodotti di elettronica di consumo, senza versare neppure un euro di tasse in Italia.

Che c’azzecca il fatto che le multinazionali – peraltro non solo quelle dell’elettronica di consumo – provino a pagare le tasse dove è più conveniente, approfittando di una disciplina internazionale evidentemente mal scritta, con il fatto che Apple, Samsung e certamente molti altri abbiano deciso di aumentare i prezzi dei propri dispositivi, tenendo conto degli aumenti tariffari della copia privata?

A me sembra davvero nulla.

Salvo, naturalmente, a non voler pensare che quella tra Boccia e la Siae non sia un’alleanza basata su una comunanza di principi ma, semplicemente, sulla comune volontà di dar battaglia ai giganti del digitale.

L’onorevole e il Maestro Paoli, insomma, potrebbero aver deciso di unire le forze contro i “nemici” comuni.

Sarebbe, però, un’alleanza ed una strategia che si lega davvero male con la rivoluzione digitale del Paese alla quale sta pensando il Capo del governo ed in vista della quale, quest’ultimo, a settembre, volerà in Silicon Valley.

Chissà come lo accoglieranno i vertici della Apple e quelli degli altri giganti del digitale sapendo che, in Italia, ci sono focolai di ribellione e protesta dai quali, sempre più spesso, partono invettive e minacce al loro indirizzo.

Ma se l’alleanza tra l’on. Boccia e la Siae è curiosa ma comprensibile, quella che lascia davvero senza parole è quella tra la Società Italiana autori ed editori e Telefono Azzurro, l’associazione non profit che si occupa della tutela dell’infanzia.

Il Comunicato stampa che Telefono Azzurro ha affidato alla AdnKronos, subito dopo aver ricevuto, dalle mani del Presidente Paoli un iPhone, merita di essere letto tutto d’un fiato: “E’ una battaglia non solo di difesa del diritto di poter ricevere un compenso per ciò che si è creato, ma è soprattutto è la necessità di stabilire che, in un mondo tecnologico in continua evoluzione, la creatività è un’espressione culturale ed in quanto tale va difesa come un’ opera d’arte”. E’ quanto sottolinea Sandra Cioffi, consigliere di Telefono Azzurro, spiegando il motivo dell’ adesione alla Campagna della Siae…Telefono Azzurro e il presidente Ernesto Caffo”, non solo aderisce a questa iniziativa e ringrazia per l’ iPhone 5S, ma vuole far comprendere che questa è innanzitutto una battaglia per le nuove generazioni che saranno gli autori di domani – sottolinea Cioffi – ma che oggi sono le prime vittime di questo sistema, che non ha rispetto per il pensiero creativo e per chi lo ha prodotto. Sono i contenuti che rendono i prodotti interessanti, parafrasando una frase di Gino Paoli, non i contenitori”.

Ma che ne sanno in Telefono Azzurro della disciplina sulla copia privata e dove sarebbero i minori a rischio se le tariffe per copia privata non fossero aumentate?

Ma, soprattutto, quanto ci vorrà – specie in Italia – perché uno dei minori difeso da Telefono Azzurro possa sperare di ricevere un solo centesimo a titolo di compenso da copia privata dalla Siae?

E’ un vero peccato dover registrare che anche un’associazione come Telefono Azzurro si sia prestata ad un’operazione di propaganda istituzionale di questo genere.

Telefono Azzurro, se proprio volesse tutelare gli interessi dei minori di oggi, in quanto autori di domani, dovrebbe semmai chiedere a Siae di investire e premiare i più giovani anziché continuare a foraggiare, da decenni, gli stessi autori ed editori.

Ma non basta perché tra i soggetti “arruolati” da Siae c’è anche Federconsumatori, una delle maggiori associazioni dei consumatori italiane che, curiosamente, ha preso parte alla conferenza nel corso della quale la Siae ha regalato gli ormai celebri 22 Iphone e sottolineato il suo sostegno alla società del Maestro Paoli.

Un’iniziativa che lascia davvero senza parole non solo perché è davvero difficile comprendere come un’associazione di consumatori possa schierarsi dalla parte di chi ha fatto di tutto per ottenere un provvedimento che, alla fine del prossimo anno, renderà più leggere di 150 milioni di euro le tasse dei consumatori italiani ma, soprattutto, perché come ricorda Marco Pierani di Altroconsumo in una recente intervista su DDay, proprio Federconsumatori, nelle scorse settimane, durante un incontro con il ministro Franceschini aveva preso posizione contro gli aumenti tariffari.

Ecco, virgola per virgola, uno stralcio di quell’intervento: “Federconsumatori – Condivide le esigenze espresse dagli autori, ma non si deve decidere se istituire un compenso per l’effettuazione delle copie private, quello c’è e non si discute. Ciò che è in discussione è l’opportunità di un aumento dello stesso. L’esperienza da consumatore suggerisce che se c’è un aumento dell’entità di quello proposto questo avrà necessariamente una ripercussione sul prezzo finale dei prodotti che sarà conseguentemente sopportata dal consumatore finale. Pertanto, un aumento della portata prospettata non è accettabile senza un contestuale preciso impegno del Ministero a vigilare sull’andamento dei prezzi dei device.”

Eccola la lobby della Siae sulla copia privata. Uno schieramento trasversale che va dal papà della Web tax nostrana, a Telefono Azzurro, passando per Federconsumatori.

Chiunque, sin qui, avesse nutrito dei dubbi sul valore della vicenda della copia privata per la Siae, ora, può metterli da parte.

Se si arriva a tanto per difendere qualcosa, significa che quel qualcosa, vale davvero.

Articolo Precedente

Crisi economica e recessione: e ora basta con le battute

next
Articolo Successivo

Pa, così lo Stato diventa digitale per tutti

next