Continua lo shopping della Cina a Piazza Affari. La Peoples Bank of China (Pboc), la banca centrale cinese, ha acquistato anche il 2,014% del capitale delle Generali. La quota, rilevata lo scorso 31 luglio, si aggiunge a quelle recentemente rastrellate in Fiat, Telecom e Prysmian dopo che alla fine di marzo la banca centrale cinese aveva fatto capolino nell’Enel e nell’Eni.

Tutte partecipazioni di poco superiori al 2% del capitale che, in quanto tali, devono essere comunicate al mercato. Segno della volontà della Cina di dare visibilità alla sua scommessa sull’Italia, stimolata anche dalla missione a Pechino, un paio di mesi fa, del premier Matteo Renzi, e da quella, lo scorso 23 luglio, del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, assieme ai vertici della Cdp.

La partecipazioni in Generali, primo investimento finanziario del Dragone in Italia (che per ora non ha preso posizione sulle banche), vale circa 475 milioni di euro. Il totale degli investimenti della Peoples Bank of China a Piazza Affari sale così a quota 3,3 miliardi, concentrati soprattutto su Eni (1,4 miliardi) ed Enel (734 milioni). In realtà i capitali del Celeste Impero affluiti sul nostro mercato negli ultimi mesi ammontano a quasi 6 miliardi di euro, se si considera la vendita a Shanghai Electric del 40% di Ansaldo Energia per 400 milioni da parte della Cdp e l’investimento da 2,1 miliardi fatto da State Grid of China sulle reti di Terna e Snam.

La società che distribuisce energia elettrica in gran parte della Cina, la più grande utility al mondo, ha rilevato a fine luglio il 35% di Cdp Reti, la società in cui la Cassa Depositi Prestiti custodisce le quote in Terna e Snam. Per ora gli investimenti del Dragone a Piazza Affari sono stati ben accolti, anche perché fatti da un investitore (per ora) silente e senza pretese di partecipazione alla gestione. 

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