Il centrodestra prova a sopravvivere all’era renziana, e cerca di trovare un accordo su una futura coalizione in grado di battere il Pd. A cominciare dalle regionali dei prossimi mesi, ma anche in vista di possibili elezioni anticipate al 2015. Un primo passo è stato fatto domenica 3 agosto a Cervia, in provincia di Ravenna. La Festa della Lega Nord Romagna, l’appuntamento estivo annuale del Carroccio, ha unito sullo stesso palco ex alleati ed ex colleghi di partito, nel tentativo di avviare un dialogo, rimettendo insieme i cocci del passato e lasciandosi alle spalle scissioni e antichi dissidi.

Presenti all’appello della Lega Nord, l’eurodeputato Raffaele Fitto, da tempo portavoce dei malumori all’interno di Forza Italia, il capogruppo alla Camera di Ncd, Nunzia De Girolamo, e la presidente dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. A fare gli onori di casa il leader del Carroccio Matteo Salvini, che non nasconde l’obiettivo dell’invito. “Questo è un tentativo di capire se esiste un’ alternativa a Renzi, al di là della Lega Nord o se il centrodestra è morto. Io sono qui per parlare di contenuti, di abbassamento fiscale, di lotta all’immigrazione clandestina e di difesa della famiglia. Insomma, di valori e di programmi. Se ci altri ci seguono, bene. Se invece vogliono continuare a fare da stampella a Renzi, vorrà dire che andremo avanti da soli”. Il timore, confessa, è che il premier voglia “far saltare il banco e andare al voto l’anno prossimo, perché non riesce a mantenere le promesse”. In quel caso, il centrodestra si troverebbe impreparato e lacerato. Ma Salvini fissa anche dei paletti, senza i quali un’eventuale intesa elettorale rimarrebbe solo lettera morta. “Non posso immaginare che il nome del prossimo antagonista di Renzi per il centrodestra sia Berlusconi, perché altrimenti andiamo a casa. Vorrebbe dire che c’è qualcosa che non funziona. O cambiamo, o io non ci sto”.

Insomma, per ora siamo ancora alla fase del corteggiamento. All’inizio della manovra, la parte più delicata di un riavvicinamento. Anche se motori sembrano essersi messi in moto, pesano ancora le numerose incognite e le divisioni interne, che finora hanno impedito una vera e propria reunion tra le anime che gravitano nella galassia del centrodestra. Il convitato di pietra è sempre l’ex-Cavaliere. “Non vogliamo ignorare un partito come Forza Italia che ha il 16%” spiega dal palco l’ex ministro De Girolamo, che in Ncd fa parte di quell’area che ammicca sempre di più gli azzurri di FI. “Berlusconi potrà avere un nuovo ruolo rispetto a quello attuale. Ma il leader lo dovranno scegliere gli elettori”.

E anche se nessuno si sbilancia a fare nomi, per tutti la parola d’ordine è “primarie”. Le invoca Giorgia Meloni, le auspica De Girolamo, le chiede a gran voce Raffaele Fitto. “Un’occasione come quella di questa sera è decisiva per ricostruire e per riconnetterci con il nostro elettorato” spiega l’ex presidente della Puglia, davanti a una platea di camicie verdi. “Io non ho mai avuto dubbi: le regole devono essere quelle delle primarie. Qualsiasi selezione di classe dirigente deve invertire un percorso, che fino a oggi ha prodotto dei risultati negativi. Quindi, non più una selezione dall’alto, ma una selezione dal basso”.

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