Il fisco tedesco incassa e ringrazia. Il colosso bancario svizzero Ubs ha patteggiato con le autorità tedesche una multa di 300 milioni di euro per aver agevolato i propri clienti tedeschi ad evadere le tasse. Alla fine di una lunga trattativa la banca incriminata ha ottenuto in cambio della sanzione l’accantonamento del processo avviato da tempo dalla procura di Bochum per concorso in reati fiscali. E’ la multa più salata che fino a oggi sia mai stata pagata da un istituto svizzero in Germania. La notizia è stata divulgata dagli stessi vertici della Ubs in occasione della pubblicazioni dei dati del secondo trimestre 2014.

Il braccio di ferro tra Germania e Svizzera va avanti da anni. Da tempo, infatti, le autorità del Land Nordrhein-Westfalen sono riuscite ad acquistare e accaparrarsi diversi cd contenenti nomi e dati di sospetti evasori fiscali. Tra questi, anche facoltosi clienti della Ubs. Secondo gli inquirenti in quei dischi figurerebbero all’incirca 750 fondazioni e 550 fondi con un giro di affari di oltre 2,8 miliardi di euro.

La multa grava sui risultati della Ubs nel secondo trimestre. Ma per i vertici del colosso svizzero non è certo il caso di stracciarsi le vesti. Nonostante i 300 milioni di euro da versare nelle casse del fisco tedesco, Ubs ha registrato un aumento degli utili del 15 per cento pari a 792 milioni di franchi – un risultato superiore alle previsioni degli esperti. Né questa è la prima volta che l’istituto svizzero deve sborsare denaro per risolvere incidenti di percorso giudiziari. Nel 2013 dovette accantonare un miliardo e settecento milioni per ovviare alle vicende legali. Senza contare che anche in Francia grava il sospetto che alcuni consulenti della banca avrebbero favorito numerosi cittadini francesi ad aprire conti segreti in Svizzera. Nonostante la multa comminata dal fisco tedesco, Ubs non intende abbandonare le sue posizioni di mercato in Germania. Le strategie per il futuro prevedono una contrazione dell’investment banking a favore della gestione patrimoniale.

La partita tra Germania e Svizzera è ancora aperta. Altri procedimenti giudiziari sono in corso. Le autorità tedesche e quelle svizzere non si sono ancora accordate su regoli uniformi per sanare i dissidi in materia bancaria. Finora i tentativi di un accordo generalizzato sono falliti, ma le indiscrezioni sui numerosi cd che sarebbero in mano al fisco tedesco stanno funzionando come deterrente. Negli ultimi anni è aumentato il numero di contribuenti tedeschi che hanno presentato un ravvedimento fiscale per paura di veder figurare il proprio nome sulla lista nera.

Articolo Precedente

Consob, ex presidente Cardia condannato per causa temeraria a Lannutti (Adusbef)

next
Articolo Successivo

Consob, Arpe contesta legittimità azione Authority: “Ci sia giusto processo”

next