E’ il punto fondamentale di questa riforma, è il momento di tirar fuori le palle”. Sono le parole del senatore M5S Vito Crimi, nella dichiarazione di voto sull’emendamento di Sel che introduce il Senato elettivo. L’espressione utilizzata dal parlamentare provoca dissenso tra i banchi della maggioranza e il presidente Grasso ammonisce: “Può usare dei sinonimi che non necessariamente involgariscono il nostro dibattito”. “Presidente, ogni tanto ci vuole”, replica Crimi, che prosegue l’intervento osservando: “Questo è il momento di dimostrare agli italiani se vogliamo proseguire sulla strada delle elezioni dirette o arrivare a una oligarchia. Si va a profilare una nuova nobiltà, abbiamo già baroni e regine, abbiamo già Re Renzi e Re Giorgio. Questo è il momento cruciale”. E aggiunge: “Qui bisogna avere il coraggio. Per quello che sta succedendo qua dentro non ci sono più sinonimi utili ed eufemismi, ed è solo l’inizio. Le abbiamo provate tutte, adesso non rispondiamo più di azioni che non sono piùnel modo istituzionale. Votate un Senato votato dai cittadini, metteteci la faccia. Non votate un Senato formato da consiglieri regionali nominati. Alla Camera è arrivata l’ultima richiesta di arresto”. Crimi poi contesta a Grasso la decisione conseguente alla richiesta della senatrice Pd Ghedini di votare per parti separate (la norma in discussione prevede anche norme per la tutela delle minoranze linguistiche). Segue poi l’intervento di Corradino Mineo del Pd, che replica a Crimi: “Io ci metto la faccia, i cittadini devono avere il diritto di scegliere. In dissenso dal gruppo io voterò a favore di questo emendamento”. Nei minuti seguenti, Maurizio Sacconi, capogruppo del Nuovo Centrodestra, chiede di sottoscrivere uno dei tre emendamenti presentati da Loredana De Petris (Sel) per evitarne il ritiro. De Petris rifiuta la sottoscrizione, il presidente Grasso lo fa mettere comunque in votazione. Ed è bagarre in Aula tra le grida delle opposizioni (“Non si può, non si può”). Grasso è costretto a sospendere la seduta per convocare una capigruppo nel corso della quale ha avanzato un “lodo” per riavvicinare le parti

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