Una delle affermazioni più intriganti che ogni politico è solito buttar lì, nell’ambito di un’intervista o di una conferenza è la grande potenzialità che una nazione come l’Italia offre. I valori, la storia, il cibo, la cultura. Innegabile affermazione. Il problema si pone quando si deve monetizzare questi apprezzabili elementi. Ora mi domando se esista una struttura all’interno del Ministero dell’Economia o del Ministero degli Esteri che abbia potere, abilità e competenza per strutturare un piano adatto a valorizzare “la grande bellezza” Italiana di cui tutti parlano. Forse esiste, ma io non ho ancora avuto il piacere di scoprirla. In attesa che il nostro governo prenda atto del valore dell’Italia ho pensato di cercare qualche privato che, di tasca propria, rischia e investe nel nostro bel paese.

Il signor Alessandro Rosso, attivo nel settore del turismo business con la sua azienda Alessandro Rosso Group Spa (di seguito Args) ha pensato di creare delle opportunità. “Stiamo lavorando sulla Cina. Nel paese del dragone siamo leader per l’incoming di turisti cinesi nel nostro paese. Stiamo ultimando il lancio di un tour operator on-line che permetterà di ottimizzare il flusso turistico consumer e business dalla Cina verso l’Italia. L’esperienza che abbiamo acquisito nel tempo gestendo turismo incentive (operazioni di incentivazioni create dalle aziende per i propri dipendenti) in Italia ci ha permesso di definire un piano di sviluppo organico per il mercato cinese. Con l’acquisizione, circa un anno fa, del gruppo Best Tours ora possediamo una compagnia che può sostenere il continuo arrivo di ricchi turisti cinesi”.

Parlando con Alessandro mi sovviene di un evento alimentare che dovrebbe aver luogo (condizionale d’obbligo) verso maggio 2015. L’Expo di Milano è un evento che di norma spiego nelle conferenze a cui sono invitato come speaker, in modo piuttosto semplice. Racconto: “passerà di qui per 6 mesi, se avete modo voglia e tempo approfittatene; 140 paesi circa avranno qui parcheggiati per un mese o due i propri rappresentanti economici, val la pena provarci”. Lo so non è esattamente la spiegazione formale, istituzionale, infiorettata e ben impacchettata che propongono i nostri politici o i responsabili di Expo quando vengono intervistati. Io tendo a essere un Exporealista del tipo: “vabbè vediamo di coglier l’occasione e sotto il prossimo evento”.

Un approccio che ho notato anche in Alessandro Rosso mentre discutevamo del tema fiera del cibo. “Ad oggi abbiamo comprato 750.000 biglietti da Expo 2015 Spa. Li abbiamo inseriti in pacchetti turistici grazie alla nostra controllata Movebox e li stiamo distribuendo in tutta la Cina tramite i nostri partner locali. Quello che mi piace di Expo è l’opportunità che può offrire agli stranieri di scoprire il nostro paese e uno degli aspetti che maggiormente lo connotano: l’amore per il cibo o se vogliamo il piacere che ogni italiano prova per la cucina”. Mi sorride Alessandro mentre sorseggiamo un te nel suo al bar. “Tuttavia per noi Expo è un’opportunità per far scoprire l’Italia. Abbiamo creato pacchetti per turisti cinesi, ma anche arabi e russi, che hanno interesse per le nostre cliniche private, per lo shopping, per il design. In pratica Expo ci offre l’opportunità di monetizzare l’interesse per il nostro paese non limitandoci a Milano, ma proponendo un intero sistema basato sul benessere, la qualità della vita, il gusto e la salute”.

Tuttavia se l’attività di Rosso si limitasse a “vender biglietti” potrebbe andare bene, ma sarebbe abbastanza per promuovere l’Italia?

Poche settimane fa è stata lanciata un’iniziativa di stampo internazionale che potrebbe essere il vero volano per Milano, la Lombardia e l’Italia. Il World Expo Commissioner Club, un’iniziativa voluta dallo stesso Rosso che nasce da un’idea semplice. Creare uno spazio fisico e virtuale dove tutti i commissari di Expo 2015 e dei futuri Expo (per spiegare il commissario sarà l’equivalente di un amministratore delegato del padiglione della nazione presente in Expo).

La sede primaria sarà a Milano, ma altre sedi vedranno presto la luce ad Astana, Shangai, Dubai, New York, Mosca. Detto così sembra una cosa scontata. La realtà è che grazie alla logistica e l’ospitalità offerta dalle strutture ricettive di Rosso, i singoli commissari avranno degli spazi comuni dove ritrovarsi, dialogare e creare opportunità di business per le aziende italiane. Perché le aziende italiane avrebbero bisogno di questo club per fare affari? Non sanno già farli da soli? A mio modesto avviso no. La maggior parte delle Pmi italiane non sanno nemmeno dove stia Astana, figurarsi se comprendono la lingua, la cultura, le tradizioni e tutto quell’impianto social-economico necessario per intavolare una trattativa con un Kazako.

Diciamolo, noi italiani abbiamo l’arroganza di voler invadere il mondo, ma dai tempi delle legioni romane, siamo a corto di un esercito per farlo. E con la presenza sempre crescente di nazioni europee particolarmente efficaci come la Germania o grandi giganti come gli Usa, la Russia e la stessa Cina, noi rischiamo di esser stritolati, svenduti e rottamati. Questo club per me ha un valore potenziale enorme. Il creare sinergie in un ambito rilassato tra importanti decisori quali i commissari di un Expo (per sfatare un mito non si diventa commissario di Expo per benedizioni, ma per una spesso complessa ed articolata rete di contatti, esperienze lavorative e interessi economici nazionali) e le pmi italiane grazie al supporto di privati italiani con una visione sul mondo.

Ovviamente tutto questo non è facile, non è gratis, non è alla portata di tutti. L’aspetto positivo è che almeno qualcuno si stia dando da fare per promuovere l’Italia all’estero e ottimizzare quella famosa “grande bellezza” che tutti riconoscono all’Italia ma che pochi sanno trasformare in una opportunità reale, remunerativa che può veramente proiettare l’Italia nel mondo.

Disclaimer. Qualcuno potrebbe insinuare che sono di parte. Devo ammetterlo sono stato sedotto. Durante questa chiacchierata con il signor Rosso mi han offerto un the verde al gelsomino. Ok nessuno è perfetto.

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