La questione del brevetto italiano per il “vaccino” contro l’Hiv “è ancora una partita tutta aperta”. Lo spiega, ai margini di un’audizione in Commissione Affari Sociali della Camera il direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Angelo Del Favero, smentendo che il vaccino, finanziato con circa 49 milioni di euro pubblici, sia stato “regalato ai privati”. Il riferimento è alla vicenda recentemente raccontata da ilfattoquotidiano.it: il grande flop del “vaccino” italiano, annunciato trionfalmente alla fine degli anni Novanta, finanziato con stanziamenti pubblici per decine di milioni, oggi ridimensionato a possibile terapia ancora da sperimentare e infine “ceduto” dall’Istituto superiore della sanità a una società, la Vaxxit, controllata dalla stessa ricercatrice che ha guidato il progetto, Barbara Ensoli (nella foto).  “La richiesta di spin-off è all’esame degli uffici dell’Iss”, ha continuato Del Favero. “Poi, se non verrà bocciata, la questione passerà al commissario”.

L’audizione dei vertici dell’Iss, però, è stata dominata dai problemi economici dell’ente controllato dal ministero della Salute e appena commissariato dopo due bilanci consecutivi in perdita. “E’ la prima volta che l’Istituto viene commissariato, quindi chiaramente c’era un pò di ansia da parte delle organizzazioni sindacali”, ha spiegato il neominato commissario Walter Ricciardi,  “ma siamo in grado di pagare gli stipendi per tutto il 2014 e dobbiamo lavorare perché questo vada al di là dei sei mesi ma sia stabile nel tempo”.

Ricciardi ha attribuito il buco nei conti dell’istituto alla riduzione degli stanziamenti pubblici: “Negli ultimi dieci anni l’Istituto ha visto un decremento dei finanziamenti del 30% dei finanziamenti. Tuttavia ha retto”. Nonostante “la missione dell’Iss” sia “strategica per il Paese”, ha spiegato ai deputati, “se l’Italia ha perso il 10% del Pil negli ultimi dieci anni, per l’Istituto superiore di sanità parliamo di un depauperamento tre volte tanto”.

A farne le spese sono stati soprattutto i lavoratori, secondo Ricciardi: “Abbiamo trovato un grande patrimonio di donne e uomini, fortemente penalizzato dal decremento di risorse. Su 2000, 600 hanno contratti a progetto o a tempo determinato“.

Tornando alla questione del “vaccino” contro l’Aids, il direttore generale Del Favero ha spiegato come mai l’Iss ha prima approvato lo “spin off” alla società della Ensoli e poi – come raccontato da ilfattoquotidiano.it sulla base di una denuncia di Vittorio Agnoletto – ha fatto marcia indietro. “Quando sono arrivato all’Iss – ha ricordato Del Favero in audizione – ho trovato una delibera già approvata a marzo dal consiglio di amministrazione che prevedeva di dare un’opzione per la cessione de brevetti del vaccino (in realtà si tratta soltanto di una terapia, ndr) per l’Hiv a un’azienda privata”, ovvero la società Vaxxit Srl, di proprietà del 70% di Barbara Ensoli, direttore del Centro nazionale Aids dell’Iss.

La delibera di marzo, ha continuato, “demandava a successivo contratto le modalità con cui attuare ricercare finanziamenti esterni. Si è però ritenuto, in un cda successivo, a giugno, di effettuare una rilettura della delibera, specificando che la concessione alla Vaxxit non era stata definita bene in termini contrattuali”. Conclusione: “Ora, in base a quanto previsto dal nostro regolamento stiamo valutando la domanda di spin-off. Finita l’istruttoria, se la documentazione è conforme dal punto di vista tecnico, la parola passa al commissario che valuterà la convenienza o meno per l’istituto di tale scelta”.

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