Non essendo molte le band in Italia che sono riuscite a emergere in un genere, il metal, che da noi è da sempre trascurato, talvolta infangato, accostato spesso a satanismo et similia, si incontrano molte difficoltà nel presentare un nuovo disco di una band dedita al genere. Solitamente si tende a fare associazioni o paragoni (errati) con le (poche) altre band che nel settore sono riuscite a emergere. La band che oggi andiamo a conoscere, i milanesi Ravenscry, per il solo fatto di avere una vocalist, Giulia Stefani, viene spesso accostata ai Lacuna Coil di Cristina Scabbia, il gruppo metal nostrano più celebre, che però, come tutti gli altri, è costretto a cercare gloria soprattutto altrove. “Dal primo disco, One Way Out – raccontano i Ravenscry – ci hanno definito nei modi più disparati. Il nuovo album è ancora più eterogeneo dal punto di vista compositivo, e già dalle prime recensioni stiamo notando la stessa varietà di accostamento a generi musicali e ad altre band, come ad esempio i Lacuna Coil o gli Evanescence. Il fatto curioso è che l’aggettivo predominante è ‘gothic’, quando dal nostro punto di vista ne siamo molto lontani, soprattutto concettualmente. È interessante e stimolante per noi suscitare impressioni così diverse tra loro, ma allo stesso tempo coerenti nello stabilire la qualità del nostro lavoro…”.  Da qualche giorno è uscito il  loro nuovo disco intitolato The Attraction of Opposites composto da 13 brani in cui la band, attraverso musica e testi, racconta a modo suo gli opposti come conflitto e attrazione, accompagnando l’ascoltatore alla scelta se continuare a cambiare più volte la preferenza di un elemento rispetto all’altro, oppure cominciare a considerare l’interdipendenza delle due polarità, realizzando che senza l’una non esisterebbe l’altra. Del resto, lo stesso progetto Ravenscry è nato con l’idea di far convivere sonorità metal e una voce armoniosa e melodica. In The Attraction Of Opposites vi è un’evidente evoluzione di questa tematica, sia dal punto di vista musicale sia da quello concettuale e dei testi. L’ispirazione, l’esplorazione degli opposti e le scelte compositive sono emerse spontaneamente, a dimostrazione di come questo pensiero sia ormai radicato nella band. Ma andiamo a conoscerli più da vicino.

Avete affermato che il titolo dell’ultimo disco rispecchia il vostro rapporto. In che senso?
Abbiamo personalità molto variegate e per certi versi, appunto, opposte. Probabilmente proprio per questo l’alchimia che si è creata funziona a meraviglia sotto tutti i punti di vista. Lo stesso si può dire del nostro background artistico. Ognuno di noi viene da esperienze molto diverse (banda, pianobar, teatro, conservatorio, cover band…) e da influenze musicali spesso molto lontane tra di loro, nonostante in certi casi convergano.

Come mai avete scelto di chiamarvi così?
Il nome Ravenscry deriva da un libro letto dal chitarrista Paul, il Dossier Brimstone di Lincoln Child e Douglas Preston: ci è piaciuta molto l’immagine che trasmette.

The Attraction of Opposites è il vostro secondo album. Quali erano le sensazioni mentre registravate in studio?
Eccezionali, per vari motivi. In primo luogo il fatto di registrare nel nostro studio ha avuto un’importanza non da poco, perché ci siamo presi il tempo necessario per fare tutto al meglio delle nostre possibilità e senza compromessi. In seconda battuta, mentre registravamo i nuovi brani e li vedevamo prendere sempre più forma è cresciuta in noi la consapevolezza di un lavoro estremamente curato e perfettamente rappresentativo dei Ravenscry.

Mi parlate delle canzoni?
Il tema dell’opposizione è presente a partire dalla scelta della tracklist: il disco è composto di 13 pezzi, di cui 12 sono opposti e contemporaneamente complementari tra loro, e sono posizionati in modo speculare (quindi 1-13, 2-12 e così via). Il brano numero 7, Cynic, rappresenta la sintesi del percorso. Questa scelta rispecchia la volontà di non propendere per un opposto piuttosto che un altro, né di giudicarlo, lasciando all’ascoltatore la libertà di interpretarne le inevitabili contraddizioni. L’argomento poi viene affrontato in due modi specifici: nel medesimo testo oppure in testi diversi. Quando la dualità emerge nel medesimo testo si possono trovare accostamenti di elementi che, pur riguardando la stessa situazione, provengono dai due estremi opposti: per esempio si trovano a confronto giorno e notte, vita e morte, luce e ombra, vittima e carnefice, padrone e schiavo, individuo e società e via dicendo. Quando invece il contrasto emerge in testi diversi, si può notare come sullo stesso argomento un testo possa rappresentare un punto di vista diametralmente opposto rispetto a quello di un altro: per esempio in Alive c’è il tema della violenza vissuto da chi la subisce, in Noir Desire invece si dà voce a chi la commette. Dal punto di vista prettamente stilistico-musicale non ci siamo dati limiti di alcun genere, tant’è che si possono trovare persino spunti jazzistici come in Living Today. Quest’apertura ci permette davvero di esprimerci a 360° e di avere sempre idee ‘fresche’.

Quali sono le ambizioni legate a questo nuovo lavoro?
L’ambizione è far conoscere i nuovi pezzi a uno spettro sempre più ampio di pubblico e che gli stessi riescano a comunicare la stessa energia che abbiamo provato noi nello scriverle, oltreché a suscitare una buona dose di spunti riflessivi, visti i tanti temi che affrontiamo nel disco. Chiaramente stiamo lavorando anche e soprattutto per portare la nostra nuova musica nei live, sia in Italia sia all’estero.

Come lo state promuovendo?
Con il nostro ufficio stampa Music Promotion Crowd stiamo promuovendo The Attraction Of Opposites principalmente online su tutti i nostri canali social, dove abbiamo un rapporto costante e molto interattivo con chi ci segue. Dal punto di vista live, oltre ad aver suonato all’importante Power & Prog Metal Fest in Belgio poco prima dell’uscita dell’album, abbiamo fatto il Release Party ufficiale al Route 66 di Buccinasco (MI). Stiamo cercando di organizzare un tour europeo per l’inizio del 2015 e stiamo valutando di fare qualche data nel sud dell’Italia per fine 2014. Al momento non possiamo svelare di più, ma invitiamo i lettori a seguirci sui nostri canali social, dove comunichiamo costantemente aggiornamenti su tutto ciò che riguarda i Ravenscry.

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