“Non creiamo gli squadroni della morte”. L’appello arriva ora da un oncologo britannico di fama internazionale, Karol Sikora, a poche ore dall’avvio del voto alla camera dei Lord per la legge sulla “dolce morte”, o “morte assistita”. Così, mentre la Camera alta del parlamento britannico si appresta a dire la sua, con un voto libero secondo la coscienza dei singoli lord, lo stesso primo ministro David Cameron, che inizialmente sembrava favorevole alle nuove norme, ora si dice “non pienamente convinto”. Solo ieri, del resto, era arrivato lo “stop” da parte di 23 leader religiosi del Regno Unito.

Il piano voluto da Lord Falconer, ex ministro dell’Economia britannico, ha infatti incontrato l’opposizione di praticamente tutte le religioni ufficiali nel paese. I primi firmatari dell’appello alla politica per un’interruzione delle discussioni sono stati l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, il cardinale cattolico Vincent Nichols e il rabbino capo Ephraim Mirvis. Giudicato dal Daily Telegraph “un attacco alla politica senza precedenti”, l’appello è arrivato anche dal segretario generale del consiglio islamico britannico, Shuja Shafi, dal leader del forum induista, Ramesh Pattni, e dal direttore delle organizzazioni sikh, Lord Singh. Persino i buddisti hanno espresso il loro “no” alla legge.  

La Chiesa anglicana, tuttavia, si è in realtà spaccata. Negli ultimi giorni si erano infatti detti favorevoli alle norme l’ex arcivescovo di Canterbury, Lord Carey, e Desmond Tutu, arcivescovo per la Chiesa d’Inghilterra in Sudafrica e campione della difesa dei diritti civili. Una posizione quindi di tensione all’interno della principale confessione religiosa britannica, così come è successo in passato per il matrimonio gay (approvato mesi fa e operativo da marzo) e per le donne vescovo (il sinodo ha dato il via alla riforma pochi giorni fa). Dalla parte dei religiosi contrari, ora, però, arriva anche l’appello di una parte della medicina ufficiale. Parlando alla Bbc, durante il programma Newsnight, l’oncologo Sikora ha detto: “Penso che una delle principali difficoltà di questa legge sia il fatto che molti dottori dovranno prendere decisioni sulla vita o la morte di qualcuno, così avremo dei veri e propri squadroni della morte, che non combacia esattamente con il dover fornire una buona cura sanitaria”. Rimane il fatto che il sottosegretario alla Sanità e alla prevenzione, Norman Lamb, nelle ultime ore ha cambiato idea e si è fatto portavoce di chi vuole la legge. Un’ulteriore spaccatura, questa volta nella politica, considerando lo scetticismo di Cameron. 

Le norme britanniche sono abbastanza semplici. Potrà accedere alla morte assistita chi abbia meno di sei mesi di vita, sia perfettamente in grado di intendere e di volere e abbia espresso una chiara volontà di porre fine alla propria esistenza. La “dolce morte” dovrà poi essere decisa da due medici diversi, non in contatto fra loro, che chiaramente dovranno compilare delle relazioni dettagliatissime. Poi si procederà con la somministrazione di un miscuglio letale di farmaci. La televisione pubblica Itv nelle scorse ore ha commissionato un sondaggio. Il 70% dei britannici è d’accordo con una legge sulla morte assistita, solo il 10% si oppone strenuamente. Tuttavia – ed è un aspetto che verrà dibattuto alla House of Lords nelle prossime ore – per il 47% dei sudditi di sua maestà la legge potrà portare al fatto che alcune persone scelgano di morire per non costituire più un peso sui propri parenti, partner o conoscenti.

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