L’avevano definita un’operazione “molto probabile“. Netanyahu ha deciso di togliere ogni dubbio ai palestinesi che si chiedevano se avrebbero mai rivisto i carri armati della città santa a Gaza: giovedì 17 Israele ha rotto il confine della Striscia e iniziato l’invasione via terra. Lo riferisce il portavoce militare. “Una nuova fase dell’operazione Margine protettivo è cominciata”, ha detto il portavoce miliare di Israele, spiegando come dopo dieci giorni di bombardamenti sia necessario “infliggere un colpo significativo all’infrastruttura terroristica di Hamas” per “proteggere i cittadini israeliani”. Truppe e tank sono penetrati in diverse aree di Gaza, sferrando un attacco su tutti i fronti, “nel nord, nel centro e nel sud”, secondo il quotidiano israeliano Ynet. Subito dopo l’inizio dell’invasione via terra, Israele ha chiarito su Hareetz che il primo obiettivo dell’attacco è “danneggiare i tunnel sotterranei terroristici costruiti a Gaza che portano nel territorio israeliano”. Israele sostiene infatti che Hamas abbia usato questi tunnel giovedì mattina per entrare nel territorio israeliano. “Aspettavamo con ansia questa operazione di terra” a Gaza “per impartire una lezione a Israele”, è stato il primo commento delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas. Sembra quindi che la momentanea interruzione delle ostilità, chiesta dalle Nazioni Unite a seguito dell’uccisione di 4 bambini palestinesi, non abbia smosso le posizioni dei due leader. 

Nelle zone della Striscia vicine al confine, ma anche a Gaza City, si è scatenato il panico. Testimoni fanno sapere che molti palestinesi, già sfollati per sfuggire ai bombardamenti aerei, subito dopo l’ingresso dei carri armati hanno cercato ripari in scantinati e rifugi di fortuna. Mentre sembra è stato chiesto ai giornalisti stranieri di lasciare l’albergo in cui molti di loro si trovano. L’operazione di terra – ha annunciato da Tel Aviv un portavoce militare israeliano – comincia dopo che Hamas “ha rifiutato ripetute offerte di far raffreddare la situazione”. Rincara la dove l’ufficio del premier Netanyahu, che accusato Hamas di aver “rifiutato di accettare il piano egiziano per un cessate il fuoco”.

 Una fine del conflitto è “lontana dalla realtà” – La Bbc aveva dichiarato giovedì 17 che un dirigente israeliano coperto da anonimato gli aveva data per certa un’intesa tra Israele e Hamas sulla fine del conflitto. Notizia che era stata smentita immediatamente dallo stesso Hamas. “Un accordo per il cessate il fuoco non è imminente“, aveva affermato Izzat Rashq, esponente di Hamas, alla tv satellitare al-Arabiya, mentre il premier Netanyahu aveva fatto sapere su Twitter di essere contro un’ulteriore tregua e che i bombardamenti su Gaza non si sarebbero fermati. Della stessa posizione il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman. Secondo quanto riporta Haaretz, Lieberman aveva definito in mattinata un possibile accordo di tregua con Hamas “lontano dal riflettere la realtà”. 

Finita la tregua Onu, i raid tornano a uccidere i bambini – L’azione di invasione via terra è stata preceduta da una nuova ondata di raid, che hanno portato il totale dei morti palestinesi dall’inizio dell’offensiva a circa 240, inclusi diversi bambini. Ultime vittime, altri quattro bambini a Gaza city, bombardati mentre stavano giocando sul tetto di un palazzo finito sotto attacco. Il clima è immediatamente diventato teso. Nelle ore precedenti l’operazione, è ripreso anche il lancio di razzi da Gaza su Israele, circa una settantina. Le sirene sono tornate a suonare a Tel Aviv e nel sud del Paese. Venti razzi sono stati nascosti da ignoti a Gaza all’interno di una scuola dell’Unrwa, l’ente delle Nazioni Unite per i profughi. Sul ritrovamento, l’Onu ha aperto un’inchiesta. Forti proteste, quindi, tra i 20mila sfollati palestinesi che si erano rifugiati nell’istituto. 

Bambini bombardati sulla spiaggia di Gaza, Peres: “Molto dispiaciuti” – La tregua di cinque che ha preceduto l’attacco via terra, era stata voluta dalle Nazioni Unite a seguito dell’uccisione di 4 bambini palestinesi dai raid israeliani. Rispetto al massacro di minori dei bombardamenti israeliani (è salito a 22 il numero di bambini rimasti uccisi), il presidente israeliano uscente Shimon Peres ha dichiaro alla Bbc di essere “molto dispiaciuto”, ma “penso che l’aviazione metta la massima attenzione nel non colpire i bambini”.  “I piloti hanno ordine di non (condurre attacchi, ndr) se vedono anche solo un singolo bambino”, ha proseguito. Ha aggiunto che c’è “una massiccia concentrazione di armi” nell’area dove l’attacco è avvenuto. “Sfortunatamente – ha detto ancora Peres – i palestinesi non tengono lontani i bambini, che non ne hanno la minima idea”. 

Cairo, incontro tra al-Sisi e Abbas – Proprio il giorno in cui Netanyahu ha deciso di attaccare Gaza via terra, al Cairo i mediatori egiziani avevano incontrato separatamente emissari israeliani e palestinesi, inclusi esponenti di Hamas. Ma dopo un primo annuncio positivo sul possibile raggiungimento di un’intesa, rimbalzato sui media israeliani, un portavoce di Gaza aveva dato un nuovo colpo di freno, sostenendo che Hamas intendeva apportare modifiche al piano proposto dall’Egitto. Mentre anche il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, aveva definito l’ipotesi di accordo “lontana dalla realtà”. E in serata, dal Cairo, non è mancato un messaggio di recriminazione: “Se Hamas avesse accettato la proposta” di un cessate il fuoco “avrebbe potuto salvare la vita” di decine di palestinesi” ha affermato in il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukri.

 

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