Siamo a tavola. Metti via il telefonino. E non te lo dice tua madre, ma il cameriere. È l’ultima battaglia dei ristoranti contro foto, sms e chat durante i pasti. Spegni il cellulare e paghi la metà è l’offerta di Abu Ghosh, ristorante arabo a una decina di chilometri da Gerusalemme. «Gli smartphone hanno distrutto il piacere di mangiare fuori» ha detto il titolare Jawdat Ibrahim. Al Bite di Dublino la regola telegrafica à chiara: “No instagramming. Just eat“. Niente foto nemmeno al Ko di New York, lo chef David Chang potrebbe arrabbiarsi, e al Seiobo di Sydney. Proprio dall’Australia è partito l’hashtag #stopPhubbing, ovvero basta ignorare gli altri a favore dello schermo del tuo telefonino.

Il sito dell’iniziativa stopphubbing.com prevede scenari futuri in cui coppie siedono in silenzio, con rapporti basati sugli aggiornamenti di status. Andate a vederlo, ci sono manuali di pronto intervento, foto della vergogna con vip immortalati a fare phubbing, cartellini anti-phubber da esporre sui tavoli e chiamate all’azione. Urgenti. Da noi si è mobilitato contro gli smanettoni inopportuni il sindaco di Udine Furio Honsell, che ha istituto zone cell-free in tutta la città. Bar, ristoranti, hotel, dove gli smartphone dovranno essere spenti o messi in modalità silenziosa. Divieto esteso anche in giunta: «Tutti a smanettare su Twitter, Facebook, con gli sms» lamentava il sindaco. Era ora di finirla.

Ma se qualcuno è a favore della liberazione dai cellulari, altri sostengono l’esatto contrario. La catena america Applebee ha lanciato i “No tech Tuesday”, via la tecnologia almeno per un giorno alla settimana, per poi prontamente smentire la novità tramite il suo portavoce. Non era vero niente. Molti altri ristoranti e bar si attrezzano intanto con zone wi-fi libere, tablet a disposizione e ordinazioni da fare direttamente dall’app.

E voi, ci andreste in un ristorante dove i cellulari sono vietati?

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