Quinto giorno di bombardamenti israeliani in risposta ai razzi di Hamas dalla Striscia di Gaza verso le città ebraiche. Ma si fa sempre più concreta l’ipotsi di un’azione di terra da parte delle truppe di Tel Aviv, che continua ad ammassare carri armati al confine e si accinge a ordinare alla popolazione di diversi rioni di Gaza di abbandonare le loro case, perché presto si trasformeranno in zona di combattimento. Secondo quanto riferito da fonti palestinesi, da lunedì si sono registrate oltre 160 le vittime, tra cui anche bambini e civili. Fino a sabato 12 luglio, erano 25 le persone uccise durante gli attacchi israeliani nei quartieri Zaitun, Sajaya, Jabalya e a Khan Yunis. Poi, in serata, un nuovo raid contro una moschea ne ha provocate altre 15. La risposta di Hamas non si è fatta attendere. L’organizzazione fondamentalista ha avviato un nuovo lancio di razzi su Tel Aviv, intercettati e neutralizzati dalla contraerea israeliana. Intanto la comunità internazionale dopo gli appelli inascoltati di questi giorni è pronta a fare uno sforzo in più. Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia e Germania discuteranno una proposta di cessate il fuoco.

video di Cosimo Caridi

Missile su orfanotrofio: uccise tre bambine disabili
Ma l’operazione militare israeliana Protective edge prosegue. E non risparmia al mondo l’orrore della guerra. Un missile ha centrato l’orfanotrofio a Beit Lahya (nord di Gaza), provocando la morte di tre bambine disabiliSecondo l’agenzia di stampa Quds Press, che riporta la notizia, diverse infermiere sono rimaste ferite. Luoghi diversi, identico compione nel nel rione Sheikh Radwan, sempre a Gaza. Un drone israeliano ha sganciato un missile che ha colpito un capannello di persone in strada: sei morti, una ventina di feriti. “E’ stata una strage”, racconta chi ha assistito alla mattanza. “L’attacco dell’aviazione israeliana era nell’aria e un piccolo gruppo di persone sostava ben visibile in mezzo a una strada – continuano i testimoni – Ma il razzo è stato sparato ugualmente, provocando la morte di diversi adulti e anche di una bambina”. Non è noto quale potesse essere l’obiettivo dell’aviazione.

In Israele l’attacco all’orfanotrofio non è stato commentato e il portavoce miliare si limita a ripetere che Hamas ha sistematicamente provveduto a nascondere missili e armi in moschee e in istituti pubblici, senza però spiegare come vengono scelti gli “obiettivi” di questo raid aereo. Nel corso dei raid aerei israeliani 282 case di Gaza sono state rase al suolo. Altre novemila sono state danneggiate; di queste 260 non sono più abitabili secondo il ministero dell’edilizia e dei lavori pubblici a Gaza. 

Nuovo attacco di Hamas su Tel Aviv
E’ un botta e risposta di morte quello ingaggiato da Hamas e l’esercito israeliano. Per rispondere ai raid, le Britage al-Qassam, braccio militare di Hamas, nella tarda serata di sabato hanno annunciato un nuovo lancio di missili su Tel Aviv, e ha avvertito Israele: “Preparate le vostre batterie di difesa Iron Dome. Alle ore 21 locali (le 20 in Italia) attaccheremo Tel Aviv”, precisando che in questa occasione farà uso di razzi J80. Una promessa che è stata mantenuta: le sirene hanno iniziato a suonare a Tel Aviv, Ashqelon, Beit Shemesh e su altre località nel centro di Israele intorno alle 21. Alcuni razzi indirizzati su Tel Aviv sono stati intercettati dalle batterie di difesa Iron Dome, secondo prime informazioni frammentarie.

Mentre Israele ha ordinato ai civili di alcuni rioni di Gaza di lasciare le proprie case, perché la zona potrebbe essere teatro di combattimenti. Un alto ufficiale israeliano, come si legge su Haaretz, ha spiegato che ai residenti nel nord della Striscia verrà chiesto di lasciare le loro case in modo da poter revocare alcune delle restrizioni che ci sono agli attacchi aerei per poterli intensificare. “Questa è una misura altamente morale alla luce del fatto che Hamas si nasconde dietro ai civili – spiega l’ufficiale – L’evacuazione consente una maggiore libertà di azione nella zona”.

Vertice a Vienna per il cessate il fuoco
I colloqui tra Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Francia per chiedere il cessate il fuoco a entrambe le parti si terranno domani a Vienna a margine d’una riunione dei 5+1 (Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia, Usa) con Teheran sul nucleare iraniano. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri britannico William Hague“Noi abbiamo bisogno – ha spiegato Hague – di un’azione internazionale urgente e concertata per ottenere un cessate il fuoco, come nel 2012”. “Ne parlerò con John Kerry, Laurent Fabious e Frank-Walter Steinmeier a Vienna”, ha aggiunto il capo della diplomazia britannica in un comunicato.

Il Kuwait intanto ha chiesto una riunione di emergenza dei ministri degli Esteri della Lega Araba per discutere “il deterioramento della situazione nella Striscia di Gaza”. La riunione potrebbe tenersi già lunedì, ha detto un funzionario della Lega. Anche l’Egitto ha annunciato di aver avviato contatti con i paesi arabi tesi a “coordinare l’azione comune in seno alla Lega araba, all’Organizzazione per la cooperazione islamica e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”: lo ha riferito il Ministero degli esteri egiziano.

Israele: “Hamas ha migliaia di razzi, serve altro tempo per neutralizzarli”
Da Tel Aviv una portavoce militare israeliana ha comunicato che l’esercito ha colpito circa 84 obiettivi “affiliati al terrorismo di Hamas” nella Striscia.  Tra i target ci sono “68 lanciatori di razzi, 21 centri militari, 18 fabbriche di armi e depositi”. L’esercito ha detto di aver colpito “10 operativi del terrore, 6 di questi direttamente coinvolti nel lancio di razzi in quel momento verso Israele”. Ma Israele stima che Hamas disponga nel suo arsenale ancora di migliaia di razzi, quindi sarà necessario altro tempo per neutralizzarli e far sì che non costituiscano più una minaccia per i civili. Lo dichiara un alto funzionario israeliano. “Non c’è knockout. E’ più complicato”, ha detto il funzionario, chiedendo l’anonimato per rispettare le regole delle forze armate.

Mentre da Gaza contro Israele sono oltre 700 i razzi sparati negli ultimi cinque giorni. Il sistema di difesa antimissile israeliano Iron Dome ne ha intercettati 143 razzi. Lo riporta Ynet che spiega che 605 sono i razzi caduti in aeree disabitate. I feriti dell’operazione sono saliti a oltre mille. L’ambasciatore palestinese all’Onu, Riyad Mansour, ha affermato che circa il 78% delle persone uccise nel conflitto sono civili. Dopo l’adozione della dichiarazione del Consiglio di Sicurezza Onu sulla situazione a Gaza, Mansour ha commentato: “Speriamo che Israele rispetti tale dichiarazione, e se non lo farà chiederemo senza sosta un altro intervento dell’organo delle Nazioni Unite, poichè il suo lavoro è quello di garantire il rispetto della pace e della sicurezza internazionale”.

Scontri in Cisgiordania
La tensione tra israeliani e palestinesi si spinge oltre i confini della Striscia: tre persone sono rimaste ferite negli scontri scoppiati in serata in Cisgiordania e nei quartieri arabi di Gerusalemme est tra le forze di sicurezza israeliane e partecipanti a raduni di protesta promossi contro i raid a Gaza. Cortei e disordini anche nella zona di Hebron e nelle vicinanze di Ramallah. Secondo la sicurezza palestinese, tre dimostranti sono stati “ferite da proiettili veri”, sparati dalle forze israeliane per fronteggiare lanci di pietre e di bottiglie molotov.

 

 

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