Sostituiti tutti i capireparto uomini in via cautelativa. Mr. Job, la cooperativa della logistica che lavora in appalto per il gigante dello shopping online Yoox, dopo le denunce di maltrattamenti che avrebbero subito alcune sue dipendenti, ha deciso di rimpiazzare  temporaneamente la componente maschile con altrettante donne. Una decisione che arriva in seguito alle tensioni degli ultimi giorni. Da una parte lavoratrici, che parlano di molestie sessuali e abusi. Dall’altra un gruppo di dipendenti schierato a difesa dell’azienda e contro le loro stesse colleghe. E sullo sfondo un esposto presentato alla Procura di Bologna, per denunciare la situazione da inferno vissuta nei magazzini. Sono le diverse facce del caso Mr.Jobs, alla quale Yoox ha dato in appalto il confezionamento degli abiti pronti per la spedizione. Da alcuni giorni la coop, che per Yoox impiega poco più di 300 persone, è nella bufera per la denuncia di una decina di donne, che sostengono di aver subito maltrattamenti da alcuni capireparto. Accuse su cui ora proverà a fare luce la pm Beatrice Ronchi, ma che intanto ha diviso le operaie dello stabilimento, scatenando una battaglia tra due fronti.

Tutto ha inizio con i racconti di undici imbustatrici della Mr Jobs, tutte straniere, che dipingono un ambiente di lavoro fatto di ricatti, umiliazioni e sfruttamento. Secondo le donne, assistite dal sindacato di base, in magazzino alcuni capireparto si sarebbero rivolti a loro urlando frasi come “Voi qui dentro dovete sputare sangue”. Ma la parte peggiore sarebbero stati i numerosi insulti sia di natura sessuale, sia di natura religiosa essendo le operaie quasi tutte di fede musulmana. “Voi marocchine siete tutte porche” ad esempio. O ancora: “Tu devi scegliere tra me, Dio e lo stipendio, perché lo stipendio te lo do io e io sono il tuo Dio. Qui Allah non esiste”. Maltrattamenti accompagnati da abusi e punizioni ingiustificate, come la sospensione forzata dal lavoro. Ma c’è anche chi sostiene di essere stata obbligata a pulire i bagni degli uomini “mentre venivano utilizzati”. Il tutto con orari massacranti, che impongono d’imbustare 110 pezzi all’ora, con poche e brevissime pause, in un clima “caldo d’estate e freddo d’inverno”.

Denunce puntuali e dettagliate, che a metà giungo l’avvocato Marina Prosperi ha messo nero su bianco in un esposto presentato sul tavolo della Procura di Bologna. Del caso si sta occupando ora la pm Beatrice Ronchi che ha già aperto un fascicolo, con lo scopo di verificare i fatti e chiarire le eventuali responsabilità all’interno della coop. Nel frattempo però la vicenda si è arricchita di un altro tassello. Forse quello più inaspettato. Ossia la solidarietà di altre dipendenti, scese in strada non accanto alle colleghe, ma per difendere datori di lavoro e azienda. Alcune di loro, sotto lo sguardo dei capi, hanno organizzato un sit-in alla sede dell’Interporto di Bologna, puntando il dito sulle operaie vessate, accusandole di “bugie e menzogne”. In mano cartelli con slogan a favore di Mr.Jobs e Yoox: “L’unica colpa di Mr.jobs è quella di dare lavoro”.

Insomma, una vicenda con poche luci e ancora molte ombre. Che sta imbarazzando non poco i vertici della Yoox, multinazionale bolognese specializzata nella vendita online di vestiti e accessori di lusso, con un fatturato annuo da 455 milioni di euro. Alla Mr.Jobs la Yoox ha affidato, da qualche tempo, il confezionamento dei capi. Per questo, appena emersa la notizia delle denunce, l’azienda ha subito diffuso una nota per prendere le distanze. “C’è un contratto d’appalto in un magazzino satellite di Mr.Job, con lavoratori dipendenti di quest’ultima gestiti in autonomia e sotto la responsabilità di Mr.Job” ha scritto il colosso dell’ecommerce in un comunicato, ribadendo la propria estraneità. “Venuti a sapere di una situazione asseritamente gravissima, ha immediatamente avviato le proprie verifiche per adottare i provvedimenti del caso”.

Foto Twitter di @Giogodoli

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