Auto bluBenvenuti all’autosalone Italia, lo sfasciacarrozze pubblico che promette di tagliare i privilegi. Vendono tutti, in saldo e rigorosamente all’asta 2.0. Poco importa se il mercato dell’auto usata è in crisi, il problema non è vendere, ma annunciarlo. Le casse di Comuni, Province, Regioni e Governo resteranno vuote, ma vuoi mettere la propaganda? Meglio ancora se personalizzata: “Vendiamo l’auto di Luis Durnwalder, all’asta”. Il vecchio leader dell’Svp, presidente della Provincia autonoma di Bolzano, si faceva rimborsare anche l’aspirina e gli stuzzicadenti, aveva un’indennità di 25.600 euro al mese, ma vuoi mettere il segnale che offre la giunta? Piazzare all’asta la Mercedes 500 sl, roba da 130 mila euro, con la quale “Durni” ha scorrazzato in lungo e largo quando era plenipotenziario. Un modo per lavarsi la coscienza, far credere di aver cambiato verso in maniera molto simbolica e poco concreta. Perché come dimostra la cronaca, l’auto di Durnwalder non se l’è comprata nessuno.

Si chiama sfasciacarrozze, si traduce nel fantastico mondo del renzismo, dove tutto si annuncia e poco si fa. Matteo, come lo chiamano giornalisti, fruttivendoli, compagni di lotta, di governo e d’opposizione, traccia la strada, gli altri seguono. Ultima, in ordine di apparizione, sulla propaganda del settore autosaloni, è Deborah Serracchiani. Che è andata oltre: ha promesso di vendere le auto blu, ha messo all’asta 30 vetture da rottamare che a vario titolo sono state proprietà della guardia forestale, camioncini e Fiat Panda della Regione. Un prezzo di base d’asta tra i cento e i 2.200 euro. Le offerte si potranno fare il 22 luglio, giorno in cui notoriamente tutti, invece di pensare alle vacanze, si affrettano a comprare un’auto usata.

Ma la propaganda funziona. Regione o Comune che sia. Lo ha capito il nuovo sindaco di Cisterna di Latina, 35 mila abitanti: nel primo discorso il primo cittadino appena eletto (Eleonora Della Penna, avvocato, già veltroniana, oggi centrodestra) ha messo all’asta l’auto blu e annunciato che si pagherà il telefonino. Annuncio simile a quello fatto dal sindaco di Schio: “All’asta, all’asta”. Peccato che il Comune non abbia un grande parco auto: una Bmw immatricolata a inizio anni Novanta, 400 mila chilometri. Sempre in tema di Bmw e Veneto, il consiglio regionale, in piena bufera Mose, ha messo all’asta una vecchia 530d con 250 mila chilometri nel motore: invenduta.

Potremmo andare avanti con una carrellata infinita, ma concludiamo con lui, lo sfasciacarrozze e già rottamatore Renzi Matteo da Firenze a palazzo Chigi: una volta diventato presidente del Consiglio più che l’auto ha pensato all’aereo blu dove si è fatto fotografare anche in stile Obama. Era la sua battaglia più importante quella di mettere all’asta le auto. In tutto 151 vetture, tra Bmw, Jaguar e Maserati, offerte in diverse tranche (la prima partita il 26 marzo, la seconda il 28 aprile, e così via fino al 16 maggio) tramite il negozio virtuale di Ebay. Il 17 aprile arriva il comunicato di Palazzo Chigi. “Assegnate le prime 52 auto. Guadagno complessivo: 371.400 euro. Prezzo medio: tra i 7 mila e gli 8 mila euro”.

Poi più nulla. Silenzio. Acqua passata. Renzi è già oltre.

il Fatto Quotidiano, 4 luglio 2014

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