A poche settimane dall’ultimo episodio di stupro collettivo di due ragazze di 14 e 15 anni, in India si torna a parlare di violenza sulle donne. Ma non è un fatto di cronaca a richiamare l’attenzione, bensì la scioccante dichiarazione di un parlamentare del West Bengala. Il politico indiano, che si chiama Tapas Pal ed è stato un attore nel cinema bengalese, è stato filmato mentre in un comizio pubblico minacciava lo stupro delle mogli dei suoi rivali di partito.

“Se il partito comunista marxista (CPM) cerca di uccidere o intimidire i nostri sostenitori, sguinzaglierò i miei uomini a stuprare le loro mogli“, sono le parole di Tapas Pal. Il video, che risale a fine maggio ma è stato reso pubblico solo oggi sui media indiani, ha sollevato un coro di voci di condanna anche da parte del partito di Tapas Pal, il Trinamul Congress (TMC), quarta formazione politica in Parlamento e al potere nello stato di Calcutta.

Molti hanno chiesto le sue dimissioni e perfino la moglie si è scusata pubblicamente per lui dicendo di vergognarsi di ciò che ha detto: “Non avrebbe mai dovuto utilizzare il termine stupro, ma le sue dichiarazioni devono essere viste all’interno del comizio in cui sono state dette”. Pronta anche la smentita del deputato indiano, che in un’intervista ha dichiarato alla Cnn di non aver pronunciato la parola “rape” (stupro), ma il termine “raid“.

Il portavoce del partito di Tapas Pal, Derek O’Brien, ha preso le distanze dalla sua dichiarazione, sostenendo di “non voler in alcun modo appoggiare la sua posizione”, mentre il partito comunista marxista ha chiesto che venga allontanato dal parlamento.

Dopo il caso di Nirbhaya, la studentessa 22enne di New Delhi stuprata su un autobus nel dicembre 2012 e morta successivamente per le ferite riportate, in India è emerso un vasto dibattito sulla violenza contro donne e la prevalente mentalità patriarcale. Senza tenere conto delle vittime che non denunciano le violenze subite, secondo i dati in India avviene uno stupro ogni 22 minuti

La situazione non migliora se si allarga lo sguardo all’Asia intera. Infatti, uno studio recente dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dell’Onu rivela dati allarmanti per quanto riguarda la violenza sulle donne in AsiaIl 25 per cento degli uomini interrogati (10mila) dichiarano di aver costretto una donna a fare sesso senza consenso, compresa la propria compagna. Considerando la violenza domestica, la percentuale sale al 57 per cento. Ma il risultato più preoccupante della ricerca riguarda l’impunità degli stupratori: soltanto il 23 per cento è stato condannato in seguito alla violenza.

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