Ricorre il centenario dello scoppi della Prima Guerra Mondiale. Il 28 giugno 1914 Gavrilo Princip, un giovanissimo nazionalista serbo, sparò due colpi all’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e alla sua consorte per le strade di Sarajevo, uccidendoli e dando così alle potenze Europee un buon pretesto per iniziare uno scontro armato che sarebbe finito solo quattro anni dopo. La Grande Guerra ha segnato un passaggio fondamentale per la storia del mondo tuttavia, rispetto alla Seconda Guerra Mondiale, non ha mai goduto delle attenzioni del mondo videoludico. Laddove abbiamo migliaia di giochi dedicati allo scontro fra Nazisti e Alleati, quasi nessuno sviluppatore si è mai confrontato con le trincee e con la battaglia di Ypres. Oggi, per celebrare l’anniversario, Ubisoft ha pubblicato Valiant Hearts: La Grande Guerra, un gioco sviluppato con l’ormai celebre UbiArt framework (il motore tecnico dietro a Rayman e Child of Light), capace di raccontare in modo interessante e non banale le vicende che segnarono la vita dei ragazzi del ’99.

Valiant Hearts non si basa sull’eroismo, dimenticate eroi nerboruti, marines senza macchia o soldati da medaglia: la produzione di Ubisoft Montpellier racconta le vicende di una famiglia normale, di agricoltori che vivono al confine franco tedesco, la cui vita sarà distrutta dall’incedere della Guerra e dalla rivalità fra le due superpotenze europee. In Valiant Hearts attraverseremo tutti i principali teatri bellici del conflitto, vestendo di volta in volta, i panni di un personaggio diverso che, per un motivo o per l’altro, si troverà a interagire con gli altri protagonisti del gioco, creando così un affresco corale capace, raccontando tante piccole storie, di tracciare un intenso ritratto di quella che era l’Europa a metà degli anni ’10 del novecento. Per questo motivo Valiant Hearts non ci mette quasi mai un’arma in mano ma, anzi, basa l’intera esperienza di gioco su rompicapo ambientali ed esplorazione facendoci vedere quasi sempre da lontano i momenti più importanti del conflitto. I nostri protagonisti, dopotutto, sono persone semplici, coscritti incastrati in un ingranaggio troppo grande, non semidei capaci di ribaltare le sorti di una battaglia usando un mitragliatore e tanti kit medici. Ubisoft, nello sviluppo di Valiant Hearts, ha voluto concentrarsi più sulla dimensione narrativa che su quella marcatamente ludica e, perciò, i designer hanno concentrato i loro sforzi sulla definizione di un’estetica capace di essere drammatica ma non per questo macabra; il risultato è uno stile grafico da graphic novel, decisamente raffinato e attento ai particolari. In aggiunta, i ragazzi di Montpellier hanno inserito all’interno della produzione un ricchissimo apparato bibliografico con approfondimenti sulle vicende più importanti del conflitto, della vita dei soldati al fronte e riguardo tutte le innovazioni tecniche che la guerra ha portato con sé.

Valiant Hearts appartiene a quella rarissima categoria di videogiochi che riesce a trascendere il mero svago, raggiungendo un perfetto equilibrio fra didattica e divertimento: Ubisoft è riuscita a creare un gioco che non abdica mai alla sua funzione principale ma, al tempo stesso, trasmette informazioni, sentimenti e passione vera. Passione per la storia, prima di tutto, ma anche un grande rispetto per uno dei momenti più tragici mai vissuti dalla nostra vecchia Europa, in cui antichissimi equilibri sono andati perduti per sempre e si sono gettate le basi del nostro vivere contemporaneo. Ubisoft, insomma, continua a stupire: oltre all’ottimo riscontro dei suoi titoli ad alto budget, l’azienda francese sembra aver deciso di esplorare anche territori più sperimentali, capaci di regalarci piccole perle come Valiant Hearts. Un ottimo lavoro che, speriamo, possa continuare con altre produzioni altrettanto delicate e profonde.

Valiant Hearts: La Grande Guerra è disponibile per Playstation 4, Playstation 3, Xbox One, Xbox 360 e PC

A cura di Nicolò Carboni

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