Prima si scaglia contro ogni forma di “politicamente corretto”, poi finisce per difendere le frasi antisemite di Mel Gibson e omofobiche di Alec Baldwin. Protagonista di uno scivolone mediatico che potrebbe costargli caro è Gary Oldman, il 56enne attore londinese, già conte Dracula nel film di Francis Ford Coppola. Sulle pagine online della rivista Playboy, a margine della presentazione di Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie di Matt Reeves, il commissario Gordon del Batman firmato Cristopher Nolan si rilassa come sul lettino dell’analista in un’intervista fiume che verso il fondo sconfina nel discernimento di quegli aspetti del linguaggio della comunicazione che non gli vanno a genio.

“Il politicamente corretto mi fa schifo”, ha spiegato perentoriamente Oldman al giornalista David Hochman. Poi, riferendosi al caso di Mel Gibson, che nel 2006 mentre ubriaco era alla guida della sua auto si è rivolto ai due agenti che l’hanno fermato e arrestato con epiteti tipo “Fottuti ebrei” e “Gli ebrei sono responsabili di tutte le guerre di questo pianeta”, ha dichiarato: “Mel era ubriaco e ha detto alcune frasi, ma quelle cose le abbiamo dette tutti. Siamo tutti dei fottuti ipocriti. Questo è quello che penso”. E ancora: “I poliziotti che l’hanno arrestato non hanno mai usato la parola ‘negro’ o ‘fottuto ebreo’? Voglio essere brutalmente onesto qui: questa è l’ipocrisia che mi fa andare giù di testa”.

L’interprete di Sirius Black in Harry Potter non si è però fermato qui: “Alec (Baldwin ndr) ha dato a qualcuno del ‘frocio’ in strada mentre usciva imbestialito dal suo palazzo senza essere lasciato in pace. Non mi vergogno di lui. Lo stavano perseguitando. In una città governata dagli ebrei Mel ha detto la cosa sbagliata perché ha semplicemente morso la mano di chi gli aveva dato da mangiare fino a quel momento (…) Mel è come un lebbroso, un esule”. La risposta indignata dell’importante Anti Defamation League non si è fatta attendere: “Oldman non fa altro che evidenziare un atteggiamento irresponsabile cadendo nel classico stereotipo anti-semita che si immagina un controllo di Hollywood e dell’industria cinematografica. Dovrebbe informarsi meglio invece di ripetere stanchi cliché anti-semiti”, ha spiegato Abraham H. Foxman, direttore dell’ADL, sopravvissuto all’Olocausto, supporter dei diritti gay e acerrimo avversario di Mel Gibson nel 2006 e del suo antisemita La Passione di Cristo: “L’ostracismo di Gibson a Hollywood non è una questione di scorrettezza politica o meno, come suggerisce Mr. Oldman, ma la conseguenza per un comportamento bigotto e pieno di odio. È intollerabile che Mr. Oldman si sia invischiato in una visione del mondo distorta e piena di pregiudizi come quella di Mel Gibson”.

Immediata la controreplica con scuse sul sito del Telegraph da parte dell’attore britannico: “Sono profondamente dispiaciuto che le parole riportate nella mia intervista su Playboy siano risultate offensive per molti cittadini di origine ebraica. Dopo aver letto le mie parole stampate vedo come possano essere percepite come insensibili”. Oldman ha poi cercato di cancellare la frase sulla Hollywood governata dagli ebrei: “Ho appena finito di leggere il libro An Empire of Their Own di Neal Gabler sul contributo degli ebrei a far nascere Hollywood. La nostra attività, e la mia carriera in particolare, ha un debito enorme a tale contributo. Spero si capisca che le mie scuse sono sincere. Ho un enorme affinità personale per il popolo ebraico in generale”. Ora, dicono i maligni sui blog del settore, per capire se le scuse di Oldman avranno avuto effetto, bisognerà vedere quanti altri film l’attore londinese girerà a Hollywood. Infine, scorrendo ancora di qualche riga l’intervista incriminata su Playboy, si legge anche un altro botta e risposta che potrebbe far cadere strali dal Vaticano. “Mr. Oldman allora cosa pensa del papa?. E lui: “Fan…o il papa”.

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