Alzi la mano chi non ha copiato all’esame di maturità. In Italia siamo fatti così: un popolo che si arrangia, che prova a farcela, che di fronte ad una difficoltà trova il modo per superarla. La prova del nove arriva dai dati, diffusi da qualche ora sul portale www.studenti.it: al terzo scritto, il 39% dei maturandi ha copiato.

Come ha fatto? Perché? Chi ha permesso che ad un esame di Stato, perché questo è sulla carta, quasi la metà degli studenti allungasse l’occhio sul foglio del compagno o si passasse la prova da un banco all’altro?

Le risposte a questi interrogativi potremmo provare a darle insieme. Intanto guardiamo a ciò che è accaduto: di fronte alla prova redatta dalla commissione interna con dei quiz su cinque materie, il 39% dei maturandi ha dichiarato di essere riuscito a copiare; di questi il 23% è stato così “bravo” da essere riuscito a scopiazzare tutto da un compagno e il 16% ha ammesso di aver abbastanza “rubato” risposte.

Percentuali che suscitano qualche riflessione: se così tanti ragazzi hanno avuto necessità di copiare, forse va preso atto che questo tipo di prova è troppo difficile o forse la Scuola non prepara a sufficienza gli studenti. Che senso ha allora un esame dove buona parte dei maturandi si “arrangia” per ottenere il miglior voto possibile che sarà poco fedele alle reali competenze dei nostri ragazzi? Ecco il parere di uno dei protagonisti: “Le richieste erano abbastanza generiche. Il problema è ripassarsi tutti i programmi di tutte le materie per trovarsi poi solo tre richieste. E’ ovvio che uno studia tutto in modo superficiale e poco in modo preciso. Ed è qui che entra in gioco il tuo fantastico vicino di banco! A quel punto le intelligenze si fondono e si compensano”.

Aggiungiamo un altro dato: secondo l’indagine del portale studenti.it,  il 25% avrebbe avuto l’aiutino del professore. Giusto? Sbagliato? Di là del giudizio (vista com’è impostata la maturità in Italia anche chi scrive avrebbe dato una mano ai suoi ragazzi), dobbiamo registrare questo dato e prenderne atto: da una parte l’Invalsi soffre del cheating ovvero la manipolazione diretta da parte dei docenti attraverso il suggerimento, dall’altra la maturità è altrettanto una fotografia falsata delle competenze dei nostri ragazzi.

Non sono un fanatico della legalità, al punto da puntare il dito contro chi copia, ma se questo Paese funziona così diciamolo con chiarezza: alla maturità si copia; al concorsone si portano i “pizzini” o si chiede l’aiutino; al test d’ingresso all’università si trova il modo per farcela. L’importante è saperlo. Non facciamo finta che tutto va ben, come cantava Ombretta Colli. 

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