Confindustria chiede norme severe contro la corruzione. Il suo presidente, Giorgio Squinzi, promette inflessibilità contro gli imprenditori disonesti. Parole dure alla vigilia della tanto annunciata riforma della Giustizia, che arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri il prossimo 30 giugno. Che il governo rimetta mano anche al falso in bilancio? Quello depenalizzato da Berlusconi a colpi di maggioranza tra gli applausi di tanti industriali? Entrando nel merito, il presidente Squinzi abbandona i toni trancianti e diventa più vago. “Speriamo che con la legge di delega fiscale questi temi vengano inquadrati in maniera più corretta”, risponde il numero uno di Confindustria all’assemblea di Federchimica oggi a Milano. Poi si defila, evita di incrociare i microfoni. Alla fine, incalzato sullo stesso tema, chiarisce. “I falsi in bilancio non devono esistere”. Quindi vanno puniti, domandiamo? “Ci vuole trasparenza, io sono contro ogni reato finanziario”. Ma dopo il colpo al cerchio, eccone uno alla botte: “Certo, ci fosse una normativa più semplice. E poi, l’abuso di diritto fiscale è una costante nel nostro Paese”  di Franz Baraggino

Articolo Precedente

Il ‘nudge’: la spinta gentile per politiche pubbliche efficaci

next
Articolo Successivo

Gerontocrazia pubblica: per fortuna, la dirigenza uscirà a 70 anni

next