Le piccole imprese di costruzione non potranno partecipare alla realizzazione di Fico, mentre un consorzio di cooperative sì. Lo afferma con preoccupazione AnceBologna – il Collegio Costruttori Edili della città – in una nota spedita a stampa, sindaco di Bologna e Banca d’Italia puntando il dito verso Prelios Sgr s.p.a, la società che gestisce il fondo immobiliare “Pai” nato per far nascere il megaparco agroalimentare targato Eataly/Coop che sorgerà alle porte di Bologna a partire, presumibilmente, dal novembre 2015.

Secondo AnceBologna nell’avviso di manifestazione d’interesse presentato nei giorni scorsi dalla società milanese di gestione del risparmio, con lo scopo di selezionare le imprese interessate a presentare candidatura per realizzare gli immobili in cui si svilupperà Fico, ci sono un paio di requisiti selettivi che presentano illogicità giuridica. “La scelta effettuata da Prelios di escludere dalla manifestazione di interesse le imprese temporaneamente riunite (ATI) o consorziate”, si specifica nel comunicato firmato all’unanimità dal consiglio direttivo dei Costruttori, “impedisce alle piccole e medie imprese ed ai consorzi di imprese operanti sul mercato e nel territorio bolognese di partecipare alla gara”. Una scelta che non consentirebbe, nella pratica, ad un gruppo d’imprese riunite in un’unica sigla di presentare una singola offerta integrando diverse specializzazioni presenti nella filiera produttiva edilizia-impiantistica. La norma nata per escludere ATI e imprese consorziate è però seguita da un ulteriore comma che fa andare su tutte le furie AnceBologna: “Per attenuare le conseguenze della scelta effettuata – si spiega ancora nella nota – l’avviso introduce una distinzione, incomprensibile sul piano logico, giuridico, tecnico ed operativo, ed afferma che “si considerano imprese singole i consorzi di cooperative di produzione lavoro costituiti a norma della legge vigente”.

In poche parole le coop che si consorziano in una unica figura sono imprese che possono partecipare alla costruzione di Fico; mentre un gruppo di imprese non cooperative radunate in un consorzio non sono ammesse: “Come logicamente e tecnicamente possa considerarsi “impresa singola” un consorzio di cooperative e non un ATI o un consorzio di imprese non cooperative è veramente difficile da comprendere”, puntualizzano gli edili, “La scelta effettuata da Prelios non è in linea con le visioni di mercato presenti nel nostro territorio, che tendono a valorizzare competenze e specializzazioni produttive favorendo l’integrazione delle imprese, private e cooperative, industriali ed artigiane, piccole/medie e grandi, su un piano di pari dignità e ruolo”. Prelios, inoltre, secondo ruolo preposto nell’operazione Fico dovrebbe garantire imparzialità nella selezione delle imprese. Qualora le autorità preposte dovessero accertare squilibri nella manifestazione d’interesse pubblicata si arriverebbe perfino al rischio di revoca dell’autorizzazione.

Così se la s.p.a milanese più volte contattata dal fattoquotidiano.it non rilascia nessuna dichiarazione, è il presidente di Caab, Andrea Segré, ideatore assieme ad Oscar Farinetti del parco Fico a rispondere: “Mi aspetto che in tempi brevissimi Prelios fornisca le opportune precisazioni secondo le modalità del suo status: è quotata in Borsa, quindi sotto controllo Consob, e sottoposta a controllo della Banca d’Italia in quanto società di gestione risparmio”. Prelios Sgr s.p.a, tra le più importanti e blasonate società della finanza italiana, è controllata per il 31% dal fondo Market, per il 29% dal fondo Fenice –in cui sono presenti Camfin di Tronchetti Provera, Unicredit, Pirelli e Intesa San Paolo, per il 10% di nuovo da Camfin, poi per il 9% ancora da Pirelli e in scala discendente nuovamente Unicredit e Intesa San Paolo. “Il manifesto paradosso del comma 22 (“Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo” ndr) sembra essersi rispecchiato nel bando Prelios”, dichiara al fattoquotidiano.it, Carmine Preziosi, il direttore di AnceBologna, “siamo intervenuti per tutelarci di fronte a un caso che non è mai accaduto in decine d’anni di lavoro nel settore”. Infine sempre sul fronte Fico, visto il continuo rimandare d’inizio lavori sull’area Caab dove sorgerà la Disneyworld italiana del cibo è Segré a paventare un ulteriore proroga: “L’obiettivo è aprire in staffetta con l’Expo ai primi di novembre 2015, quindi di iniziare i lavori entro fine estate. Diciamo che se ad ottobre 2014 non abbiamo cominciato mi inizierò a preoccupare. Poi, certo, ci sarà una valutazione su quando lo presenteremo al pubblico. Potremmo perfino aspettare la fioritura dei ciliegi in primavera. Non è una battuta: mostrare un parco ad inizio autunno non è il massimo”.

La risposta di Prelios arriva dopo qualche ora: “In merito a dichiarazioni e notizie pubblicate da alcuni organi di stampa in relazione alla richiesta di manifestazione di interesse per la realizzazione del progetto F.I.C.O., Prelios SGR precisa che la struttura dell’avviso è esclusivamente dettata dall’interesse di individuare candidati in grado di offrire le necessarie garanzie di competenza, esperienza, qualità, rapidità e uniformità di esecuzione del progetto avendo riguardo alla natura privata dell’intervento ed alla necessità di tutela degli Investitori”. “Considerata la complessità e la rilevanza del progetto e l’entità dell’investimento del Fondo, il documento reso noto al mercato punta necessariamente alla selezione di imprese adeguatamente strutturate e di primario standing con chiara individuazione delle responsabilità”. E conclude: “Prelios SGR S.p.A. auspica inoltre la massima partecipazione di imprese del tessuto imprenditoriale locale con modalità idonee ad assicurare le garanzie indicate.

modificato dalla redazione web il 20/06/2014 alle 17.48

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