In Italia sono stati fatti alcuni passi per aumentare e migliorare la trasparenza del finanziamento ai partiti e garantire che i reati di corruzione siano puniti, “anche se è piuttosto deludente, e difficile da comprendere” il motivo per cui non sia stato fatto di più su quest’ultimo fronte. Secondo il rapporto annuale di Greco, l’organismo anti-corruzione del Consiglio d’Europa, l’Italia questa volta supera gli esami, ma con voti bassi e con qualche insufficienza. L’analisi si è basata su come  le autorità del nostro Paese hanno dato seguito alle 16 raccomandazioni fate dall’organismo del Consiglio d’Europa nel 2012.

I risultati migliori l’Italia li ha ottenuti sulla trasparenza del finanziamento ai partiti. Delle sette raccomandazioni fatte da Greco per aumentarla, le autorità ne hanno “implementate in modo soddisfacente” tre e “parzialmente” quattro, sottolinea il rapporto. Greco è soddisfatto che l’Italia abbia definito lo status legale dei partiti politici e introdotto regole per la verifica dei loro bilanci da parte di revisori dei conti indipendenti, ma chiede tra l’altro di introdurre un divieto assoluto delle donazioni anonime, qualsiasi sia l’ammontare. I risultati ottenuti sul fronte della criminalizzazione dei reati di corruzione non sono stati altrettanto buoni. L’Italia è riuscita a implementare solo una delle nove raccomandazioni in modo soddisfacente, quella sulla ridefinizione del reato di concussione. Altre quattro sono state implementate in modo parziale e due sono rimaste lettera morta. Comunque, a una lettura finale, il nostro Paese “ha dimostrato che è disponibile a muoversi nella giusta direzione”, ha detto il presidente di Greco, Martin Mrcela, ma ha anche invitato a non cedere a facili entusiasmi. “Molto resta da fare – ha sottolineato – ed anche se ora si vede la luce alla fine del tunnel, quest’ultimo è ancora molto lungo”.

L’esame di Greco, dunque, ha valutato le misure introdotte per garantire che i reati di corruzione siano effettivamente puniti e il finanziamento dei partiti sia più trasparente. E tra i Paesi che hanno fallito l’esame ci sono anche alcune sorprese come la Germania, la Danimarca, la Svezia e la Svizzera

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