Danilo un bambino di 9 anni con la sindrome di Down dopo aver frequentato il primo giorno nel centro estivo ‘Ottavia’, dell’omonimo quartiere a nord di Roma, è stato allontanato dalla struttura. “Alle 16 sono andato a riprendere mio figlio – racconta il padre del bambino ai microfoni de ilfattoquotidiano.it, Andrea Mantovani – e mi è stato detto dal direttore del centro: ‘Non abbiamo operatori adeguati per seguire un bambino con problematiche di questo genere'”. “Avevo già preso accordi con la struttura, comunicando la patologia di Danilo e mi era stato risposto che ‘avevano già avuto esperienze e simili e che non ci sarebbe stato nessun problema’ e comunque mio figlio è un bambino gestibile”. Poi il genitore precisa: “Ho detto al direttore del centro Ivano M. che qualora il problema fosse stato il comportamento di Danilo, avrei pagato una differenza per mettere a loro disposizione un tutor ed aiutarli nella gestione. Lui mi ha detto – afferma amareggiato Mantovani – che in verità aveva paura che qualche bambino, tornando a casa, si sarebbe potuto lamentare dei comportamenti di mio figlio, inducendo in qualche modo alcuni genitori a ritirare i propri figli dal centro”. Abbiamo provato a contattare il direttore Ivano M. che, però, non ci ha mai risposto. Alla cronaca di Roma del Corriere della Sera, il titolare del centro estivo ‘Ottavia’ ha però dichiarato: “Da parte nostra non c’è stata nessuna volontà di discriminare il bambino”. Ma ilfattoquotidiano.it ha intervistato il direttore sportivo della struttura, Massimo Ceresi. La persona che ha passato quasi tutta la giornata con Danilo. “Il bambino è stato con me dalle 9 alle 14 – spiega –. Abbiamo fatto il bagno in piscina, giocato, mangiato, senza nessun problema, il ragazzino è stato tranquillo e sereno con gli altri bambini, la normale vivacità di un ragazzino di quell’età. Le ultime due ore Danilo le ha poi trascorse con altre persone del centro”. “Ho saputo dopo dell’invito a togliere Danilo dal centro, mi sono confrontato con il direttore, dicendogli: ‘Non comprendo le ragioni’. Quel che è certo – conclude sconfortato Ceresi – è che il mio stato d’animo non è più quello di prima” di Luca Teolato, montaggio di Samuele Orini

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