“Questo Pepe è senatore eh! Lo paghiamo, e tanto!”. Lo stupore di alcuni utenti online è relativo a un post pubblicato su Facebook dal senatore della Repubblica Bartolomeo Pepe, ex parlamentare M5s poi confluito nel Gruppo Misto. E’ stato pubblicato il 15 giugno alle 16.26, nel giorno in cui era uscita la notizia del triplice omicidio di Motta Visconti. Un fatto dietro il quale, secondo Pepe, si nasconde l’ombra dell’esoterismo. Il messaggio riprende un post di Paolo Franceschetti (leggi)  – che si definisce “Maestro di Dietrologia e un ascoltatore esperto di circoli e riti magici” – nel quale si legge: “Ci risiamo. Ennesimo omicidio, una strage in cui perdono la vita due bambini piccoli e una mamma. Se per valutare un omicidio occorre guardare gli indizi, cominciando dal nome della mamma (Cristina Omes, anagramma della vicenda Mose che si svolge a Venezia) per finire al nome del paese (Motta Visconti, come quel Visconti che fece Morte a Venezia) alla data, ecc. qui siamo sicuri che non si valuterà alcun indizio ma, prima o poi, incastreranno il padre oppure un pazzo isolato che magari confesserà; nonostante l’arma del delitto sia scomparsa, nonostante mancherà il movente, nonostante tutto”.

Nel suo post Franceschetti ricorda altri casi a suo giudizio analoghi: “Come nel caso di Rosa Della Corte, di Gabriele Aral, e tanti altri casi – prosegue – non si incastrerà il colpevole ma solo colui che appare l’indiziato più probabile, evitando accuratamente altre piste che invece, a chi mastica un po’ di esoterismo, appaiono evidenti a vista d’occhio. Ora, dopo anni, capisco per quale motivo quando ho iniziato a capire questa storia degli omicidi rituali di matrice esoterica, molti esoteristi mi dicevano ‘lascia perdere, è inutile…ti vai a cacciare in un guaio, quando la gente non è pronta a capire e al massimo ottieni di farti prendere per pazzo'”. E conclude: “Provo pietà per il poveraccio che ci andrà inevitabilmente di mezzo, sapendo che non si può far nulla per fermare questo orrore che, in ultima analisi dipende più dalla stupidità della gente che dai veri assassini“.

Visti i commenti pungenti degli utenti su Twitter e sui social network contro Pepe, Franceschetti su Facebook difende il senatore e si rivolge a chi lo attacca: “Non si domandano però come mai avessi intuito in anticipo che il colpevole sarebbe stato il padre“. Poco prima, una volta diffusa la notizia che era stato l’uomo ad uccidere moglie e figli, Franceschetti scrive: “Colpo di scena. Abbiamo il movente. […] In effetti è un movente comprensibile. Con i tempi lunghi della giustizia i divorzi possono protrarsi per anni. Fare una strage sgozzando i figli è più semplice. Va bè. Ora siamo tutti più tranquilli. L’assassino è preso. Possiamo andare a commentare il fatto al bar, scandalizzati. Ah… ovviamente nessun commento, al bar, se nel frattempo si ammazzano centinaia di persone al giorno in guerre varie”. 

Ma non c’è solo il caso di Motta ViscontiSul suo profilo Franceschetti commenta anche la risoluzione del caso di Yara Gambirasio: “Da oggi possiamo dormire sonni più tranquilli. Anche l’assassino di Yara Gambirasio è stato preso. Un tizio che è riuscito a tenere in scacco la polizia di tutta Italia, uno come se lo aspetta? Come minimo – continua – un agente dei servizi segreti, uno addestrato nei corpi speciali, o un investigatore, insomma un genio del crimine. E invece no. Come al solito è un muratore (non libero, quindi d’ora in poi non è più libero muratore, scusate il gioco di parole ma viene spontaneo in questi casi assurdi). In effetti dopo contadini, spazzini, dementi analfabeti, disoccupati oligofrenici, mancava il muratore all’appello. Visto che con tutte le forze di polizia e carabinieri che abbiamo, è sufficiente un muratore, o un contadino come Pacciani, o 4 deficienti minorenni e malati di mente come i ragazzi delle bestie di Satana, per tenere in scatto la polizia per anni, farei una proposta. La prossima volta le indagini facciamole fare a muratori o contadini, o malati di mente. Siamo sicuri che otterrebbero risultati identici in modo più rapido però e più efficiente, dal momento che per prendere un assassino bisogna ragionare e pensare come lui. Deve essere per questo che la nostra giustizia penale non ne imbrocca mai una. I nostri investigatori sono troppo intelligenti, e gli assassini troppo stupidi, quindi non riescono ad entrare nella loro logica”. Dal blog di Franceschetti emerge inoltre che Pepe conosceva già il “Maestro di Dietrologia”: il 29 maggio 2014 erano entrambi tra i relatori del convegno “I poteri di condizionamento della società e della politica“, che si è tenuto presso il Senato della Repubblica. Gli altri relatori erano Solange Manfredi, Nino Galloni, Adriano Zaccagnini e Fausto Carotenuto.

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