Dove va l’Italia di Prandelli, ma anche quella di Renzi e di Grillo? C’è una luce in fondo al tunnel, nonostante Corradino Mineo, oppure dobbiamo prepararci a raccogliere le macerie? Dai Mondiali di calcio possiamo aspettarci di tutto, vedere da che parte sta il dio del pallone nel derby tra rabbia e speranza; ce lo provano i due più bei libri italiani nati dai campionati del passato, Azzurro tenebra di Giovanni Arpino (Rizzoli) e ah! il Mundial! di Mario Soldati (Sellerio). Libri diversissimi, eppure gemelli nella loro capacità di cogliere lo spirito dei tempi.

Azzurro tenebra di Giovanni Arpino è un romanzo perfettamente irregolare, dove il calcio diventa metafora di molte cose. E’ il racconto della catastrofica partecipazione degli azzurri ai Mondiali svoltisi in Germania Ovest nel 1972, tre partite che ci mandarono a casa dopo il girone eliminatorio. Sono passati quattro anni dai Mondiali del Messico e dalla leggendaria “partita del secolo”, Italia-Germania 4-3; “La banda crepacuore” allenata da Ferruccio Valcareggi torna alla guerra da vicecampione ma i peggiori presentimenti si avverano puntualmente uno dopo l’altro, secondo la volontà di un fato che ci vede benissimo.

Come un segugio e come un randagio, Arpino insegue la poesia che si nasconde nella cronaca e la riscrive con il suo stile lirico e dolente. “Nulla di inventato” come disse Zoff, eppure tutto è trasfigurato. Mentre il cielo sopra Stoccarda si fa sempre più tenebroso per l’alter ego dell’autore, Arp, l’unica consolazione arriva dalle amicizie strette con i rari donchisciotte del calcio, “gli ultimi romantici anche se in brache corte”. Quella con il Vecio, ovvero Enzo Bearzot, allora secondo di Valcareggi, e quella con Giacinto Facchetti.

Nel 1982, otto anni dopo, Zoff e Bearzot li ritroviamo in partenza per i Mondiali ospitati dalla Spagna, capitano e commissario tecnico, della Nazionale. Il momento è tutt’altro che promettente: due anni prima era esploso lo scandalo del primo Calcioscommesse, con Pablito Rossi che viene testardamente convocato da Bearzot allo scadere dei due anni di squalifica. Quasi impossibile aspettarsi qualcosa di glorioso da quell’Italia, che dopo tre pareggi con Perù, Polonia e Camerun passa il turno eliminatorio per il rotto della cuffia. Ora dovrà vedersela con Argentina e Brasile, e il verdetto pare già scritto. Eppure, dice una massima di Eraclito, “Chi non si aspetta l’inaspettabile non lo raggiungerà mai”; a citarla è un inviato molto speciale Mario Soldati, che a 76 anni raccoglie l’invito dell’allora direttore del Corriere della sera Alberto Cavallari di volare in Spagna e scrivere ogni giorno un pezzo sul tamburo, 27 capitoli di un unico racconto che verranno raccolti l’anno successivo in volume con il titolo ah! il Mundial!Storia dell’inaspettabile. L’incredibile crescendo rossiniano degli azzurri sembra la trama di un suo romanzo, una galoppata governata dallo stupore, dall’allegria, dalla gioia, dal sospetto che si fa certezza: questa volta il dio del calcio aveva scelto proprio noi. Ma l’acume di Soldati non rinuncia nemmeno a indagare le ragioni di questa vittoria inopinata. Su tutte il ruolo decisivo di Bearzot, il funzionario austroungarico che è riuscito a dare un senso della squadra ai talenti individuali grazie al suo “pessimismo energico”. E poi San Dino Zoff, che a quarant’anni è rimasto il più giovane di tutti, perché “rimane giovane chi crede ancora negli ideali più belli della propria giovinezza”.

E Soldati stesso, alla fine del reportage, lo svela a se stesso; quel mese mondiale fu “un inconsapevole, irresistibile, esplosivo, folle ritorno alla gioventù”.       

Da una polvere ineluttabile al più sorprendente degli altari. Dalla discesa delle tenebre alla scalata dell’inaspettabile. Dallo spleen esistenziale di Giovanni Arpino al vitalismo irriducibile di Mario Soldati, due juventini (nessuno è perfetto), due anime piemontesi che più diverse non si può. Nel calcio, a saperlo interrogare, c’è un dio che conferma: l’Italia non sarebbe se stessa, se non fosse anche il suo contrario. Da stasera vedremo che cosa ne pensa di quella di Prandelli, e non solo.   

 

Giovanni Arpino, Azzurro tenebra, Rizzoli, pagg. 253, 9,80 euro
Mario Soldati, ah! il Mundial!, Sellerio, pagg. 152, 11 euro

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