La città dei templi rimane senza sindaco: Marco Zambuto si è infatti dimesso da primo cittadino di Agrigento. Appena 24 ore fa l’ormai ex sindaco era stato condannato a due mesi e venti giorni di carcere per abuso d’ufficio: una vicenda nata da un’inserzione pubblicitaria su un giornale locale della Fondazione Pirandello. “Voglio sia fatta chiarezza, vengo condannato per una pagina di giornale! Tutte le scelte che ho fatto le ho fatte per amore della mia città e rifarei tutto. Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto con la mia squadra, abbiamo salvato una città dal dissesto finanziario. Ho amato e servito Agrigento” ha spiegato l’ex sindaco, che ha governato per 7 anni. Annunciate in pompa magna come “dimissioni date per amore della città”, in realtà Zambuto ha solo prevenuto una possibile sospensione. “Se quello che si dice corrisponde a realtà, normativamente c’è l’articolo 11 della legge Severino e dunque dovrebbe scattare la sospensione per il sindaco di Agrigento” ha spiegato Nicola Diomede, prefetto di Agrigento: Zambuto quindi si è dimesso prima di farsi sospendere dalla prefettura.

Giovanissimo consigliere comunale con la Dc, segretario provinciale dell’Udc fino al 2007, Zambuto – che pochi mesi fa divenne famoso per un spot in cui invitava i cinesi a invadere la città – è cresciuto nei ranghi di Totò Cuffaro, l’ex governatore della Sicilia ora detenuto a Rebibbia. Ma è stato anche un’anima inquieta, a dir poco. Proprio nel 2007 si candidò a sindaco con il sostegno dei Ds. E vinse al ballottaggio grazie al sostegno di tutto il centrosinistra contro la coalizione berlusconiana. Poi nel 2008 dice di voler aderire al Pdl. Due anni dopo torna all’Udc candidandosi anche alle Politiche. Riconfermato sindaco nel 2012 (con il solo sostegno dell’Udc e di una lista civica), nel giugno 2013 Zambuto lascia ancora il partito di Casini per avvicinarsi al Pd del nuovo corso, tanto che nella primavera 2013 è diventato presidente dell’assemblea regionale del partito. Si è anche candidato alle elezioni europee, arrivando soltanto sesto e mancando la conquista di una seggio a Bruxelles nonostante una serie di spot in cui si rivolgeva ai turisti del nord parlando il loro dialetto.

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