All’inizio degli anni Sessanta in Puglia quattro fulmini colpirono quattro testate di missili Jupiter e per quattro volte si sfiorò l’apocalisse atomica. Oggi le quattro apocalissi atomiche avvengono regolarmente ogni anno, in gran silenzio, e derivano dall’esposizione alle emissioni inquinanti. Oltre 400 mila morti premature ogni anno equivalgono infatti quattro bombe equivalenti a Hiroshima che causò nel 1945 centomila vittime.
Le vittime di Nagasaki furono 80 mila, compreso quelle collegate alle radiazioni. Di questa strage si sta occupando oggi il Concilio dell’Unione Europea che alle ore 15 riferirà in una pubblica sessione in Lussemburgo.
“Quando si parla dell’argomento, gli Stati diventano molto nervosi”, ha ammesso Tom Verheye, responsabile Qualità dell’aria della Direzione generale Ambiente della Commissione Europea.
Eppure il taglio delle emissioni inquinanti è un’opportunità per l’innovazione nel settore dell’aria pulita, sostenendo la nostra industria nell’investire in tecnologie pulite. “Si tratta di un settore – sostiene il Commissario europeo all’ambiente Potocnick – in cui molte imprese europee sono leader mondiali in un mercato in espansione con un potenziale per creare nuova crescita e nuovi posti di lavoro”.

L’argomento focale nell’incontro di oggi in Lussemburgo è la preparazione della nuova direttiva NEC sui limiti alle emissioni inquinanti. Si parla di “un nuovo pacchetto di politiche per ripulire l’aria in Europa”.
Un gruppo di associazioni italiane – AmbienteScienze, FAI (Fondo Ambiente Italiano), FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), Genitori Antismog, ISDE (Medici per l’Ambiente), Legambiente, PeaceLink e SpeziaViaDalCarbone – ha scritto al ministro dell’Ambiente Galletti e al presidente del Consiglio Renzi perché venga fatto di più; infatti il pacchetto proposto dalla Commissione Europea “è un passo nella direzione giusta ma non è abbastanza ambizioso”, dichiarano le associazioni, le quali aggiungono che anche “se le odierne proposte della Commissione venissero adottate oltre metà del problema odierno rimarrebbe irrisolto e nel 2030 ci sarebbero ancora oltre 260 mila morti premature in Europa. Di cui 41.708 in solo in Italia”. Le associazioni temono che il problema dell’inquinamento dell’aria non venga tenuto in sufficiente conto in particolare in Italia, dove si concentra oltre la metà delle 30 aree più inquinate d’Europa.
La questione è molto sentita. 
Anna Gerometta, un avvocato che dà voce ai “genitori antismog“, auspica un ampliamento del gruppo di associazioni che facciano sentire la propria voce. I comitati locali e le associazioni che vogliano aderire possono scrivere una email a info@genitoriantismog.it
 
Sarebbe importante che si formasse un folto gruppo di associazioni e che il ministro dell’Ambiente incontrasse questi cittadini uniti dal comune obiettivo di garantire a tutti un’aria più pulita.
Tre sono le cose importanti da notare in questa iniziativa:
1) è preventiva e interviene nella fase preparatoria di una direttiva europea;
2) è nazionale e mette assieme associazioni diverse fra loro;
3) Propone una “spending review” a tutto beneficio della salute.
Infatti ogni euro speso in riduzione delle emissioni inquinanti genera 12 euro di risparmio in costi sanitari e in esternalità economiche negative.
“I benefici per la salute derivanti dall’attuazione del pacchetto “aria pulita” sono pari a circa 40 miliardi di euro all’anno, cioè oltre dodici volte i costi per la riduzione dell’inquinamento che si stima possano raggiungere 3,4 miliardi di euro all’anno nel 2030″, come calcolato dalla Commissione Europea.
Infine va notata una quarta cosa importante: i gruppi italiani si stanno raccordando con quelli europei attraverso un network europeo denominato EEB (European Environmental Bureau). Sono già stati firmati importanti documenti comuni.
Il fatto che in Europa si stia formando un fronte che chiede più salute proponendo misure che “tagliano” le spese invece di “aumentarle” è indice di una rivoluzione che disinnescherà alcune delle prossime bombe atomiche che potrebbero cadere sull’Europa, facendo silenziosamente strage dei nostri figli e nipoti. Poiché la rivoluzione che proponiamo riduce le spese anziché aumentarle, di fronte all’emergenza chiediamo all’Europa di fare presto e di correre di più
 
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