Aveva scavalcato la ringhiera del lungomare di Taranto per scattare una foto insieme alle compagne di classe. Dietro di lei il mare e giù, venti metri più sotto, la scogliera: la rada di Mar Grande. Voleva immortalare quel paesaggio e quel ricordo della gita di classe. Un frammento di felicità, che forse, Isabella Fracchiola, avrebbe condiviso su Facebook o Instagram. Ma perse l’equilibrio, scivolò e fece in volo quei venti metri davanti agli sguardi terrorizzati delle amiche che l’hanno vista schiantarsi sugli scogli. Era il 6 giugno scorso. Dopo cinque giorni di coma, Isabella è stata dichiarata morta.

L’intervento immediato dei militari della Capitaneria di porto non è bastato a concedere qualche speranza in più alla sedicenne di Bari, che a ottobre avrebbe compiuto 17 anni. Gli operatori del 118 arrivati sul posto la intubarono e la trasportarono d’urgenza all’ospedale. Quando arrivò i dottori capirono subito che ci sarebbe stato poco da fare. Il lungo intervento chirurgico a cui Isabella era stata sottoposta rappresentava l’ultima carta. Non è bastato nemmeno quello. Oggi i medici hanno dichiarato concluso il tempo di osservazione per l’accertamento della morte cerebrale. Troppo gravi le ferite al cranio e in altre parti del corpo. I genitori hanno già autorizzato l’espianto degli organi. Isabella frequentava un corso regionale di formazione grafica a Bari. Un insegnante e una tutor sono stati indagati per omessa vigilanza.

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