Gaffe, coloriti slang toscani, sviste nelle nomine dei film: è il bilancio parziale della conduzione della cerimonia dei David di Donatello al cinema d’autore italiano, che quest’anno ha avuto come timonieri Anna Foglietta e Paolo Ruffini. Il comico toscano è stato bersaglio di commenti al vetriolo sui social network per alcune battute poco felici pronunciate nel corso della kermesse cinematografica. Tra tutte, spicca quella rivolta all’attrice Sophia Loren, definita da Ruffini “una topa meravigliosa” e immortalata successivamente dallo stesso comico in un selfie. Non mancano espressioni pittoresche tipicamente toscane (“maremma cinghiala”), al punto che il conterraneo Paolo Virzì rimbrotta ironicamente il conduttore: “Io capisco tutto, però modera un po’ il linguaggio, il lessico, sennò poi devono sottotitolare. Fai a modino, Paolino” Memorabile anche il dialogo tra il comico e il regista Marco Bellocchio, che sbotta: “Ma che domande mi fai? Non sono stato scoperto mica ora, ma 50 anni fa”. E nel finale sarà Valerio Mastandrea a rifilare a Ruffini una frecciata al fiele: “Vogliamo fare un applauso per un altro che c’ha provato e non c’è riuscito?”. Una conduzione di un evento importante che ha scatenato diverse polemiche in Rete, anche perché, proprio alla vigilia dello sciopero dei lavoratori della tv di Stato contro i tagli del governo, i vertici della rete ammiraglia hanno deciso di far presentare la prima serata Rai di ieri a Paolo Bonolis (conduttore della tv del Biscione) e la seconda serata a Paolo Ruffini, già conduttore del programma satirico “Colorado” (Italia Uno) di Gisella Ruccia

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