Altro che “non è più un problema per il sistema bancario italiano e per questo Paese”, come il presidente Alessandro Profumo aveva dichiarato dopo il via libera dei soci all’aumento di capitale da 5 miliardi di euro del Monte dei Paschi di Siena. Aumento che partirà lunedì prossimo con uno sconto del 35,5% sul prezzo teorico dell’azione dopo lo stacco del diritto, come stabilito giovedì dal cda guidato dal consigliere delegato Fabrizio Viola. Dal prospetto informativo dell’operazione, che è stato reso pubblico venerdì, emerge invece che, “anche nell’ipotesi in cui la banca dovesse realizzare con successo l’aumento di capitale”, nel caso in cui il piano di salvataggio del Montepaschi non dovesse raggiungere, in tutto o in parte, gli obiettivi previsti, la Commissione europea potrebbe chiedere “il soddisfacimento di ulteriori condizioni anche peggiorative”.

Inoltre, in questo scenario la banca potrebbe tornare di nuovo davanti alle autorità competenti per la presentazione di un nuovo piano. Che, si legge nel documento con tutti i dettagli sulla ricapitalizzazione, “potrebbe includere, tra le altre cose, un cambio del management, nuove politiche di remunerazione e di distribuzione di dividendi, ulteriori emissioni di strumenti di capitale (cioè nuove ricapitalizzazioni, ndr) con effetti diluitivi, anche significativi, per gli azionisti esistenti” e “con possibili effetti negativi sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della banca e/o del gruppo”. Insomma: inevitabilmente sarebbero chiamati in causa gli azionisti della banca senese. Ma, molto probabilmente, anche il Tesoro, al quale la banca di Rocca Salimbeni deve restituire 4 miliardi di aiuti di Stato (i cosiddetti Monti bond). Il saldo dei primi 3 miliardi dovrebbe avvenire, se l’aumento va a buon fine, entro fine giugno. 

Ma, avverte il prospetto, la banca dovrà superare anche gli “esami” (asset quality review) condotti dalla Bce a partire dal novembre dell’anno scorso. E qualora il verdetto finale, atteso per il prossimo autunno, evidenziasse che sono “necessarie ulteriori rettifiche dei crediti, anche significative”, “potrebbero rendersi necessari nuovi interventi di patrimonializzazione dell’emittente”. Come dire che per i soci che aderiscono al maxi aumento della prossima settimana potrebbe arrivare a breve un’ulteriore richiesta di fondi. Per gli altri – coloro che non sottoscriveranno la ricapitalizzazione da 5 miliardi – il problema è relativo, ma semplicemente perché il valore della loro quota azionaria ne uscirà ridotto fino a “un massimo del 97,7%”.

Nel dubbio, in ogni caso, la banca ha iniziato a mettere in conto ulteriori tagli ai costi se gli obiettivi di ricavi e utile previsti dal piano per il 2015-16 non saranno raggiunti. Finora, nell’ambito del taglio dei costi operativi, “il gruppo ha già provveduto a ridurre i dipendenti di circa 2.800 unità tra il 2011 e il 31 dicembre 2013″. 

Perfino la Consob in allarme: “Rischio di anomalie di prezzo”. E promette un “monitoraggio attento” – Non solo: una nota della Consob, che mercoledì aveva dato il via libera al prospetto, avverte che l’aumento di capitale “presenta caratteristiche di forte diluizione”, cioè una notevole riduzione del peso dei soci che non parteciperanno all’operazione e, quindi, del valore della loro quota azionaria. Ciò “determina un elevato rischio che durante il periodo di offerta in opzione delle nuove azioni si verifichino anomalie di prezzo“, con “una forte sopravvalutazione del prezzo di mercato delle azioni rispetto al loro valore teorico”. Per questo la Commissione avverte di avere intenzione di monitorare “attentamente l’andamento sul mercato delle azioni Banca MPS durante il periodo d’offerta, con particolare riferimento al rispetto delle misure in tema di vendite allo scoperto e dell’obbligo di consegna dei titoli in sede di liquidazione”. L’authority guidata da Giuseppe Vegas ricorda in particolare il “divieto di effettuare vendite allo scoperto in assenza della disponibilità dei titoli” e “l’obbligo di comunicazione delle posizioni nette corte”, invitando tutti gli operatori a “comportamenti virtuosi per minimizzare il rischio che durante il periodo di offerta in opzione si verifichino le citate anomalie di prezzo”. Infine “fa presente che, in occasione di precedenti operazioni di aumento di capitale, violazioni alle norme sopra richiamate hanno portato all’irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie da parte della Consob”.

L’aumento, tra spese e commissioni, costerà 260 milioni – L’ammontare complessivo delle spese per l’aumento di capitale, incluse le commissioni massime riconosciute ai membri del consorzio di garanzia, è stimato in circa 260 milioni di euro. Dunque i proventi netti derivanti dalla ricapitalizzazione, in caso di integrale sottoscrizione, sono stimati in circa 4,74 miliardi. 

Ubs a capo del consorzio di garanzia – Sempre venerdì Mps ha comunicato di aver sottoscritto il contratto di garanzia con le banche che si faranno carico di portare a buon fine l’aumento sottoscrivendo le nuove azioni eventualmente rimaste invendute dopo l’offerta in Borsa dei diritti non esercitati. Gli istituti sono Ubs, che avrà il ruolo di coordinatore (global coordinator) e capofila del consorzio di collocamento (joint bookrunner), Citigroup, Goldman Sachs International e Mediobanca come co-global coordinator e joint bookrunner e, in aggiunta, Barclays, BofA Merrill Lynch, Commerzbank, J.P. Morgan, Morgan Stanley e Société Générale in qualità di joint bookrunner. Banco Santander, Deutsche Bank e HSBC svolgeranno il ruolo di co-bookrunner e Banca Aletti & C., Banca Akros – gruppo Bipiemme Banca Popolare di Milano, BBVA, Gruppo Banca Popolare di Vicenza, Crédit Agricole, Credit Suisse, Equita, ING, Intermonte e Keefe, Bruyette & Woods svolgeranno il ruolo di co-lead manager.

Axa si impegna a sottoscrivere l’aumento – Il 5 giugno, inoltre, il socio storico Axa e le Mutuelles Axa si sono impegnati a sottoscrivere l’aumento, come in precedenza avevano fatto anche la Fondazione Mps e gli altri due membri dell’accordo parasociale sul 9% del capitale della banca, Fintech e Btg Pactual.

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