Cinema

Biografilm Festival 2014 Bologna, da Abbado a Hendrix la rassegna dei biopic

Ad aprire la rassegna quest’anno tocca alla pellicola sul cantautore statunitense "Jimi: is all by my side", scritto e diretto da John Ridley, l’autore dello script di 12 anni schiavo. È un racconto di finzione sull’anno di permanenza, il 1966, del chitarrista mancino a Londra poco prima del celebre concerto di Monterey con tanto di chitarra data alla fiamme. Omaggio al maestro italiano e senatore a vita scomparso con il documentario "L’Orchestra. Claudio Abbado e i musicisti della Mozart"

di Davide Turrini

Jimi Hendrix, Claudio Abbado, William Burroughs, Stefano Tassinari e le Femen. Questi sono solo alcuni dei protagonisti dei biopic, fiction e documentari, che dal 6 al 16 giugno 2014 verranno mostrati sugli schermi del Biografilm Festival a Bologna.

La kermesse ideata da Andrea Romeo celebra il decennale addirittura in ben tre sale della città: cinema Lumiere, Odeon e da quest’anno Arlecchino. 600mila euro di budget, un terzo proveniente da Regione Emilia Romagna e Comune di Bologna, per una playlist Biografilm Festival pressoché infinita di titoli in anteprima o di felici repliche dei successi passati. Così se l’anno scorso fu Searching for Sugar Man, sul misconosciuto e rinato cantante americano Sixto Rodriguez, ad aprire con successo il Biografilm, quest’anno tocca ad un altro asso della musica: Jimi Hendrix. Jimi: is all by my side, scritto e diretto da John Ridley, l’autore dello script di 12 anni schiavo, è un racconto di finzione – Hendrix è interpretato dal rapper André 3000 – sull’anno di permanenza, il 1966, del chitarrista mancino a Londra poco prima del celebre concerto di Monterey con tanto di chitarra data alla fiamme.

Un biopic senza nessuna traccia musicale dei pezzi di Hendrix che ha visto la sua prima internazionale a Toronto nel settembre 2013 e che ha creato polemiche sia tra i protagonisti dell’epoca, la fidanzata del cantante Kathy Etchingham, che da uno dei maggiori biografi di Jimi, Charles Cross. “Questo è il film su Jimi che attendevo da anni”, spiega Romeo, “le polemiche sono state create un po’ anche dalla produzione per far parlare del film, ma di fondo c’è l’originalità della scrittura di Ridley: invece del solito percorso biografico dalla nascita alla morte, è stato fatto un lavoro di carotaggio su un anno cruciale della vita di Hendrix. Il film è una straordinaria fusione di regia anche con il footage e lo confronteremo con il lavoro di Donn Alan Pennebaker che sarà presente a Bologna con la compagna Chris Hegedus, storici documentaristi del rock Usa e anche del lavoro su Hendrix a Monterey (“Jimi plays Monterey”)”.

Così come l’appartamento di Hendrix a Londra in Book Street è appena diventato museo affiancando a nemmeno due metri l’altro museo ‘musicale’ dedicato a Georg Fredrich Haendel, anche il Biografilm accosta rock a classico con il documentario L’Orchestra. Claudio Abbado e i musicisti della Mozart. Un omaggio al maestro scomparso a gennaio scorso e soprattutto a quell’orchestra Mozart composta da giovani talenti, fondata nel 2004 e seguita nella sua ultima tournée del 2013 in mezza Europa, anche se ora il progetto con la morte di Abbado è stato sospeso a data da destinarsi. E ancora, tra le decine di proposte del Biografilm possiamo pescare il documentario di Stefano Massari dedicato allo scrittore ferrarese Stefano Tassinari scomparso nel 2012; Burroughs the movie, autobiografia filmata dallo stesso poeta americano in prima persona tra il 1978 e il 1983, rimasterizzata da Aaron Brookner; Linee d’ombra, biopic che Francesco Crispino ha dedicato al padre Armando, importantissimo regista di thriller e b-movie a cavallo tra gli anni ’60 e ’80; la presenza a Bologna di due componenti del collettivo Femen per presentare Ukraine is not a brothel di Kitty Green. 

E ancora la sezione “Appunti per un film” con due corti che hanno come protagonisti Clare Boothe Luce, l’ambasciatrice americana a Roma dal 1953 al 1957, vera e propria ingerenza ‘imperialista’ nel mercato e nella politica italiana; e quel toro in bronzo da 3,2 tonnellate che nel Natale 1989 venne donato alla Borsa di Wall Street senza mai riceverne commissione, ma diventato nel tempo amuleto dei broker. “Ho bacchettato più volte quelli della Universal”, chiosa Romeo, “basta continuare a produrre sequel di Fast and Furious. Fate più biopic: hanno successo in sala e coltivano la memoria degli spettatori”. L’intero programma è disponibile sul sito di Biografilm

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