Più di 3milioni di spettatori, questo l’ottimo risultato di audience della semifinale di The Voice, il talent canoro di RaiDue che quest’anno sembra riscuotere maggiore successo rispetto alla scorsa edizione.
Merito della qualità musicale elevata? No, non proprio, visto che su quel fronte la distanza con il competitor XFactor sembra ancora incolmabile.

Ma visto che si tratta di uno show televisivo, bisogna dare atto agli autori e ai protagonisti (Raffaella Carrà, Noemi, Piero Pelù e soprattutto il neoarrivato J-Ax) di aver saputo toccare le corde giuste nella fetta di pubblico più giovane e più abituato a usare i social network.
Del fenomeno Suor Cristina, la religiosa nemmeno troppo brava che sta facendo la fortuna del Team di J-Ax, si è già detto tanto. E nell’ultima puntata, a rischio eliminazione perché il suo coach aveva avvantaggiato l’altro concorrente, ci ha pensato il televoto a salvarla, con un settanta per cento che fa impallidire persino l’ultimo Renzi.
Ma ieri sera, oltre alla carta divina, J-Ax ha tirato dal mazzo un altro jolly. Ha twittato in diretta quello che dovrebbe essere il numero di cellulare della collega di poltrona Noemi. Ora, capire se quello sia davvero il numero della cantante romana non è cosa semplicissima, e forse lo sketch era già preparato. Ma il risultato, comunque vogliate interpretare la cosa, è stato proficuo. Nel giro di pochi minuti, su Twitter l’hashtag #prontonoemi è balzato in testa ai TT (trend topic) italiani, mentre lo smartphone della rossa Noemi continuava a squillare senza sosta.

Altro colpo da maestro di J-Ax, dunque, che si è dimostrato sorprendentemente abile come uomo di televisione, forse più che come coach.
Il buon risultato di share, l’effetto Suor Cristina e il trionfo assoluto sui social, fanno di questa edizione di The Voice uno dei programmi di cui più si è parlato in questa stagione televisiva. Ripetiamo: forse dal punto di vista di qualità musicale e televisiva non è proprio il massimo (nonostante i miglioramenti evidenti rispetto alla floscia prima edizione), ma comunicativamente funziona eccome. E in tv, volenti o nolenti, conta anche quello.

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