Il giorno dopo il funerale di Maria Baratto, operaia in cassa integrazione del polo logistico della Fiat di Nola (Napoli) che si è tolta la vita qualche giorno fa, i suoi colleghi hanno organizzato un presidio davanti alla sede della Regione Campania. Vogliono certezze sul futuro dei circa 300 lavoratori distaccati dal 2008 nello stabilimento nolano che, di fatto, non è mai entrato in funzione. Per loro, la cassa integrazione scade a luglio prossimo. “Nola non lavora da sei anni – dicono gli operai – c’è il rischio di chiusura e nessuno se ne interessa se non quando c’è un suicidio. Questo è il secondo in pochi mesi. Quanti altri morti dobbiamo aspettare per poter tornare al lavoro?”  di Andrea Postiglione 

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Lavoro, gruppo Trombini evita fallimento. Ma 420 lavoratori rischiano il posto

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Istat, Padoan: “Ripresa debole? Adotteremo misure che produrranno lavoro”

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