L’entusiasmo per il Pd di Matteo Renzi contagia anche la Stalingrado di Beppe Grillo. A Parma, nel fortino Cinque stelle di Federico Pizzarotti, le preferenze al Movimento si fermano al 19,12 per cento contro il 52,07 per cento del Partito democratico. Un dato che forse non ci si aspettava a livello cittadino, se si pensa che è la stessa percentuale con cui nel 2012 l’allora semisconosciuto Pizzarotti arrivava al ballottaggio contro il navigato rappresentante del Partito democratico Vincenzo Bernazzoli. E anche paragonando le europee alle politiche del 2013, quando il M5S rincorreva il Pd al 32,8 per cento con un pieno di preferenze al 28,2 per cento. Questa volta però Parma non ha fatto boom e i risultati della città ducale rispecchiano il netto calo che il Movimento ha subito a livello nazionale. Ma soprattutto, dopo due anni di governo Pizzarotti, i cittadini che a Parma votano Cinque stelle sono praticamente rimasti gli stessi.

Il candidato alle europee Nicola Dall’Olio, che nonostante la vittoria del Pd non è riuscito ad assicurarsi un posto in Europa, parla di “sconfitta dell’amministrazione Pizzarotti”, mentre il sindaco per ora rimane in silenzio. A commentare i risultati delle urne sono i suoi fedelissimi, che invece rileggono il calo di voti Cinque stelle parmigiani nell’ottica della discesa generale del Movimento. “Il Movimento è calato ovunque – spiega il capogruppo Marco Bosi – I voti che abbiamo preso sono in linea con quelli degli altri capoluoghi dell’Emilia Romagna. È evidente che a livello nazionale qualcosa non ha pagato”. Per Bosi però le preferenze espresse alle europee non equivalgono al sintomo della scarsa soddisfazione per l’amministrazione Pizzarotti. “Sicuramente ci avrebbe fatto piacere prendere dei voti in più, ma negli ultimi mesi Parma non è stata sempre portata come esempio positivo da Grillo, forse ha contato anche questo”. I dissapori e le liti a distanza tra il primo cittadino e i vertici del Movimento, con la minaccia della scomunica o dell’espulsione dietro l’angolo, potrebbero avere pesato sulla diffidenza dei cittadini verso i Cinque stelle, almeno nel territorio.

“Qualcosa abbiamo sbagliato tutti, ma è anche difficile amministrare una città come Parma, facendo scelte obbligate, come abbiamo dovuto fare, che sicuramente non sono popolari – continua Bosi – Nonostante questo, abbiamo la stessa percentuale che due anni fa ci ha fatto piangere lacrime di gioia. Non è una sconfitta”. Anche il presidente del consiglio comunale Marco Vagnozzi stempera l’effetto flop: “Non dobbiamo guardare solo Parma, che dopo Rimini, è quella in cui il M5s ha ricevuto più voti tra i capoluoghi della Regione – spiega – Bisogna anche ricordare che le elezioni europee sono un voto sulle idee politiche, non sulle persone. Certo, ci aspettavamo di più a livello nazionale. Ora è necessario riflettere e capire dove abbiamo sbagliato”.

Articolo Precedente

Corrado Clini arrestato per peculato. Ex ministro dell’Ambiente ai domiciliari

next
Articolo Successivo

Elezioni, l’Emilia terremotata sceglie Renzi: “Pd promosso ma non il presidente Errani”

next