La Calabria ha sancito la fine politica di Giuseppe Scopelliti. Il verdetto arriva dallo stesso elettorato che alle regionali del 2010 lo fece governatore con valanghe di voti. Scopelliti è caduto, e con lui un altro della vecchia guardia calabrese: Mario Pirillo, già parlamentare europeo del Pd.

Laura Ferrara, del Movimento Cinque Stelle, è l’unico candidato della Calabria, nella circostrizione Sud, eletto al parlamento Ue. Nella terra dell’emigrazione perpetua, vittima di un assistenzialismo feudale, della ‘ndrangheta e di accordi di palazzo, si apre dunque una fase politica nuova, da seguire con attenzione. Il popolo calabrese, che in numero sovrasta il grande esercito delle ‘ndrine, ha iniziato a scegliere in libertà, ad agire con coraggio. Le regionali saranno in autunno.

A Sud il voto di preferenza è stato anche pilotato da gruppi di potere o psicologicamente condizionato da ruoli istituzionali. Alle europee del 2009 Pirillo, allora assessore regionale all’Agricoltura, entrò a Bruxelles con 110 mila consensi, provenienti soprattutto dalla Calabria.

In una regione in cui la ‘ndrangheta aggredisce la sanità, la disoccupazione è alle stelle e il lavoro pare una concessione, finalmente si colgono segnali di autonomia e voglia di affrancamento.

In Calabria il Movimento Cinque Stelle non ha mai avuto consiglieri regionali. Il risultato della Ferrara, perciò, dimostra due cose: che Meet Up e parlamentari locali hanno saputo lavorare, pure lontani dal sistema mediatico; che, indipendentemente dalla bandiera della nuova eletta, i calabresi desiderano giudicare i politici dalla storia personale e dalle azioni.

Scopelliti, condannato in primo grado per il caso Fallara, non ha saputo gestire le emergenze regionali: ospedalirifiuti e criminalità; peraltro nella sua maggioranza vi furono tre arrestati per ‘ndrangheta. Soprattutto, Scopelliti non ha dato spazi e possibilità ai giovani laureati, preferendo consolidare la propria base elettorale con misure assistenzialistiche, finanziate dal governo Letta-Alfano nella passata legge di stabilità.

Alle prossime regionali della Calabria, negli anni resistente ai cambiamenti, si giocherà una partita politica con effetti profondi in ambito nazionale. Sarà soprattutto una sfida fra due modelli contrapposti, di là dai singoli colori: la politica delle strutture calabresi e la politica delle speranze calabresi.

Articolo Precedente

Europee, venti punti di buco nei sondaggi. “Gli elettori che tradiscono si vergognano”

next
Articolo Successivo

Europee 2014, tre sardi eletti a Strasburgo. Soru, Cicu e Moi: non succedeva da 25 anni

next