“E’ tutto un equivoco”, si difende il vicesindaco di Genova, Stefano Bernini (Pd). Intanto però è caduta la testa dell’ingegner Domenico Muccio Palma, direttore tecnico di Sviluppo Genova. Licenziato in tronco per giusta causa dalla società a capitale misto di riqualificazione e marketing territoriale. Il siluro lo ha sganciato il presidente di Sviluppo Genova, Pier Giulio Porazza, che lo ha accusato di aver rivelato alle Coop i piani di investimento urbanistico della Immobiliare torinese Sgs, interessata a riqualificare una porzione delle aree passate dalla Fiera di Genova alla Spim, la società Immobiliare del Comune, che le aveva pagate 18,6 milioni di euro. I torinesi hanno offerto 13 milioni di euro per l’ex palazzo Nira (destinato a diventare un residence) e sono pronti a salire a 22/23 milioni se ottenessero anche l’ex padiglione C della Fiera. E a 30 milioni se nel pacchetto entrasse anche il Palasport.

L’incontro proibito sarebbe avvenuto tra Muccio Palma e l’ingegner Gianluigi Lino, direttore sviluppo e strutture di Coop Genova, in passato regista dell’operazione Fiumara per conto di Coopsette e poi responsabile delle strategie immobiliari di Coopsette per la Liguria. In un drammatico cda di Sviluppo Genova, a fine aprile, Porazza aveva contestato a Muccio Palma di avere sciorinato all’emissario delle Coop l’intero progetto e i documenti presentati da Immobiliare Sgs. Muccio Palma aveva ammesso di aver incontrato Lino, si era difeso spiegando di aver eseguito una disposizione del vicesindaco, con delega all’urbanistica, Bernini. Il 12 maggio Muccio Palma ha ricevuto la lettera di licenziamento per giusta causa.

Bernini conferma l’incontro ma parla di “equivoco”. Esclude che Muccio Palma abbia violato i suoi doveri di riservatezza con l’ingegner Lino. “Io ho chiesto di mettere a disposizione delle Coop gli studi relativi al nuovo sistema di viabilità e i nuovi accessi all’area fieristica, i cui costi sono stati quantificati da Sviluppo Genova per 5,8 milioni di euro, finanziati da Roma. Nessuna intromissione per carpire informazioni ad un eventuale concorrente. Non sono l’uomo delle Coop”.

Pier Giulio Porazza, nominato al vertice di Sviluppo Genova dall’allora sindaco Marta Vincenzi, dichiara a ilfattoquotidiano.it: “Non ho nulla da nascondere. Se vengono fuori gli atti ho solo da guadagnare. Tutti i provvedimenti sono stati presi con decisione unanime del cda, supportati dal collegio sindacale e dalla commissione di garanzia. Sono sereno e tranquillo, so che il cda ha fatto solo gli interessi di Sviluppo Genova”, Porazza non lo dice ma ha in tasca un jolly: la dichiarazione giurata di un funzionario di Sviluppo Genova, allegata ai verbali del cda, nella quale costui rivela di essere stato contrario a mostrare i documenti ma di essersi arreso alle insistenze dell’ingegner Muccio Palma. Che gli aveva imposto di mostare i progetti della Sgs.

Le Coop si sono mosse dopo che il Comune ha autorizzato insediamenti commerciali su 15mila metri quadrati di aree dismesse, 2.500 dei quali accoglieranno supermercati alimentari. Il boccone è grosso e ghiotto. La porzione di aree in gioco sarà coperta da una variante urbanistica che permetterà di costruire residenze, nuovi servizi, alberghi e centri commerciali. Sviluppo Genova nel 2013 aveva firmato un contratto con Immobiliare Sgs, recependo l’offerta ufficiale per l’ex palazzo Nira (13,2 milioni) e gettando le basi per ampliarla al padiglione C e forse all’ex palazzo dello sport. Un affare da 30 milioni di euro per il Comune di Genova, con un investimento di 120 milioni da parte dei costruttori. Se davvero la Coop ha attinto a informazioni riservate sull’offerta della Sgs, l’accordo potrebbe saltare, magari con l’appendice di una onerosa richiesta danni. Il contratto infatti prevede l’obbligo di assoluta riservatezza sulle condizioni dell’accordo. Le Coop probabilmente sono preoccupate che attraverso la Sgs trovi finalmente spazio per sbarcare a Genova il gruppo Esselunga. Da anni il patron Bernardo Caprotti tenta di aprire punti-vendita col marchio Esselunga a Genova. Il monopolio commerciale delle Coop finora non era stato mai scalfito.

La patata bollente passa adesso sulla scrivania del sindaco Doria. Il comune detiene la maggioranza (51%) di Sviluppo Genova e con gli altri soci (Camera di Commercio al 10%, Carige al 15% ed altri minori) dovrà nominare il 29 maggio il nuovo cda. Bernini chiederà la testa di Porazza. Il vicesindaco in passato aveva proposto di assorbire Sviluppo Genova nella Società per Cornigliano, che gestisce i finanziamenti per la riconversione delle aree dell’ex acciaieria. Missione fallita. Anche quella storia va forse tenuta in conto per comprendere lo scontro con Porazza.

 

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