Continua il testa a testa tra popolari e socialisti in Europea in vista delle imminenti elezioni di fine maggio. Secondo Pollwatch, che incrocia i sondaggi di tutti i 28 Paesi Ue, ad oggi il centrodestra è in vantaggio di un soffio, 212 seggi contro 209. Mantengono il buon risultato i gruppo euroscettici con più o meno 134 seggi. I liberali accusano il colpo rispetto all’attuale legislatura, scendendo da 85 a 63 seggi, così come i verdi che passano da 58 a 38. Cresce invece l’estrema sinistra, da 35 a 52.

Resta quindi incerta la maggioranza che uscirà dalle urne del 22-25 maggio (in Italia si vota il 25), anche perché il vantaggio del centrodestra nelle ultime settimane non ha mai smesso di oscillare. Al netto degli euroscettici, un simile risultato presenterebbe un parlamento spaccato in due e quindi in pieno stallo su questioni come i diritti dei lavoratori, standard ambientali e diritti civili. 

Stando agli ultimi sondaggi prima dello stop obbligatorio, socialisti in vantaggio in Italia, Svezia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Lituania. Il partito di centro sinistra più in forma è il rumeno Uniunea Social Democrată al 42,5 per cento, poi lo slovacco Smer al 41,2 per cento, il portoghese Partido Socialista al 37,8 per cento, il bulgaro Koalitsiya za Bulgaria al 33 per cento, lo svedese Socialdemokratiska arbetarpartiet al 31,9 per cento. Il Partito Democratico italiano è quarto in Europa al 33,6 per cento.

In Spagna il Partido Popular è di poco in vantaggio con il 33 per cento, in Irlanda il Fine Gael è al 26,1 per cento, solida la posizione della CDU tedesca al 37,6 per cento (socialisti al 27,3 per cento), incontrastato il Fidesz di Victor Orban in Ungheria al 44,4 per cento, in Slovenia i due partiti di centro destra, Demokratska stranka e Nova Slovenija, arrivano insieme al 43 per cento, il croato Koalicija Hrvatska è al 29 per cento.

Euroscettici invece sul trono di Francia, Gran Bretagna e Repubblica Ceca. Le formazione apertamente contro l’UE hanno nell’Ukip di Nigel Farage e nel Front National di Marine Le Pen i loro campioni, rispettivamente al 30,7 per cento e al 23 per cento nel Regno Unito e Francia. Euroscettica anche la Repubblica Ceca dell’Akce nespokojených al 23 per cento. Caso unico in Europa è la Polonia, dove guida i sondaggi il partito conservatore Prawo i Sprawiedliwość (31,5 per cento).

Paesi Bassi, Danimarca e Lettonia sono gli ultimi fortini liberali rimasti. Mentre i liberali subiscono un tracollo in tutta Europa, in tre Paesi del nord le formazioni affiliate all’ALDE – come la lista italiana Scelta Europa – restano i primi partiti nei Paesi Bassi (Democraten 66 al 17,3 per cento e Volkspartij voor Vrijheid al 15,6 per cento), in Danimarca (Venstre al 23,5 per cento e Det Radikale al 6, 4 per cento) ed Estonia (Eesti Reformierakond al 25 per cento e Eesti Keskerakond al 22 per cento). 

Spinge il vento dell’estrema sinistra in Grecia. Non a caso il paese più colpito dalla crisi economica e dalle misure di austerità si rivolge al partito di sinistra più radicale, Syriza di Alexis Tsipras (al 27,1 per cento), candidato alla Commissione europea per la Sinistra europea e punto di riferimento della lista italiana L’Altra Europa.

E proprio tra i candidati alla Commissione europea scoppia la polemica sui dibattiti europei organizzati in varie città europee. Alexis Tsipras è stato criticato per non essersi presentato a nessun dibattito adducendo “problemi organizzativi”, ma gli avversari politici gli imputano una scarsa dimestichezza con l’inglese. Il portavoce di Tsipras ribatte accusando Juncker e Schulz di essersi rifiutati di partecipare ad un dibattito proposto dall’università di Atene. Il rettore dell’università, Theodosis Pelegrinis, racconta a ilfattoquotidiano.it tutta la sua delusione: “Schulz ha detto che nella data proposta non era disponibile mentre Juncker non ha neppure risposto. Sono davvero amareggiato, tra l’altro Juncker ha anche ricevuto la laurea honoris causa della nostra università”. Dal bureau di Juncker arriva una mezza smentita: “Abbiamo detto che non era possibile ma al telefono”. 

twitter: @AlessioPisano

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