“Il singolo medico può portare avanti un metodo, come prevede la dichiarazione di Helsinki, ma deve essere fatto per un paziente e non su 12 casi come è stato fatto a Brescia, con l’impegno a fare un protocollo scientifico”. Così Antonio Spagnolo, presidente del Comitato etico dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo spiega come il trattamento Stamina avesse bisogno di uno “sponsor” all’interno della squadra dei medici dell’ospedale. Un appoggio che Davide Vannoni non ha trovato nel dottor Alessandro Rambaldi (primario di ematologia), che non ha fatto nemmeno arrivare la pratica al comitato etico di Bergamo perché “dal suo punto di vista non erano chiari molti elementi e mancavano presupposti di scientificità”: una scelta diversa rispetto a quella del comitato etico dell’ospedale di Brescia. Nell’ospedale lombardo, i trattamenti sono ancora bloccati: i genitori di alcuni pazienti in cura hanno annunciato una manifestazione di protesta davanti alla Regione Lombardia sabato mattina  di Francesca Martelli

 

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