“Assicurare una leva di giovani per la difesa della Patria accanto al servizio militare”, con la creazione di “un Servizio Civile Nazionale universale“. E’ una delle proposte di Matteo Renzi per il Terzo settore, anticipate poco dopo la mezzanotte di lunedì via Twitter e dettagliate in un documento di sette pagine pubblicato sul suo sito. Fino al 13 giugno è aperta una consultazione tra i cittadini su queste linee guida, attraverso la mail terzosettorelavoltabuona@lavoro.gov.it. La sintesi della discussione porterà alla stesura di un ddl delega che sarà in Consiglio dei ministri il 27 giugno. Servizio civile, impresa sociale, volontariato, 5 per mille: quello a cui pensa Renzi è un riordino complessivo del settore che, scrive il premier, “chiamano terzo ma è il primo”. Il servizio civile, aperto ai giovani dai 18 ai 29 anni, anche stranieri, costituirebbe anche un “approccio” al mondo del lavoro. Ma tra le priorità c’è anche “dare stabilità e ampliare le forme di sostegno economico, pubblico e privato, degli enti” attraverso “il riordino e l’armonizzazione delle diverse forme di fiscalità di vantaggio” e il “potenziamento del 5 per mille”. 

Servizio civile di 8 mesi con crediti formativi – Il nuovo Servizio civile universale dovrà essere “garantito ai giovani che lo richiedono” e che vogliano “confrontarsi con l’impegno civile, per la formazione di una coscienza pubblica e civica“, fino “ad un massimo di 100mila giovani all’anno per il primo triennio dall’istituzione del Servizio”, viene precisato nella proposta di riforma del governo. I tempi di servizio dovranno essere “in linea con la velocità delle trasformazioni che permettano ai giovani di fare una esperienza significativa che non li tenga bloccati per troppo tempo”. E dunque: “8 mesi eventualmente prorogabili di 4 mesi”. Il governo propone poi la “previsione di benefit per i volontari, quali: crediti formativi universitari; tirocini universitari e professionali; riconoscimento delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio”. Viene inoltre prevista “la stipula di accordi di Regioni e le Province autonome con le Associazioni di categorie degli imprenditori, associazioni delle cooperative e del terzo settore per facilitare l’ingresso sul mercato del lavoro dei volontari, la realizzazione di tirocini o di corsi di formazione per i volontari”. Infine, ci potrà essere la “possibilità di un periodo di servizio in uno dei Paesi dell’Unione Europea avente il Servizio Civile volontario in regime di reciprocità”.

Via il tetto al 5 per mille, ma in cambio più trasparenza – La riforma del Terzo settore ha tre obiettivi principali: costruire un nuovo welfare partecipativo, valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e occupazione dell’economia sociale e delle attività svolte dal Terzo settore e “premiare in modo sistematico con adeguati incentivi e strumenti di sostegno tutti i comportamenti donativi” dei cittadini e delle imprese. Si vuole in particolare potenziare il 5 per mille – importante forma di sostegno al non profit – eliminando tra l’altro il tetto massimo di spesa, semplificando le procedure ma obbligando i beneficiari a pubblicare online i propri bilanci.Il Governo vuole riformare il Codice Civile, nella parte che riguarda gli enti del non profit; aggiornare la legge 266 del 1991 sul volontariato; rivedere la legge 383 del 2000 sulle associazioni di promozione sociale; istituire una Authority del Terzo Settore.

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