Mi è arrivato un catalogo dalla Francia: oltre alla solita vetrina dedicata alla lingerie, agli accessori erotici, ai vibromassaggiatori, ecco una sezione dedicata ai dildi. La pagina centrale ha catturato la mia attenzione per la scritta CLONEBOY e relativa immagine di un dildo a forma di pene fosforescente. Continuo a leggere e si dettaglia con la descrizione dell’oggetto: “Questo kit ti permette di realizzare un calco perfetto del tuo pene…! Eccezionale per un regalo unico e irripetibile! Ogni kit contiene: stampo per calco, gesso per lo stampo, gomma liquida, mescolo, termometro e istruzioni.Tutti i materiali sono latex free e antiallergici. Per ottenere il miglior risultato è consigliato usare un anello posto alla base del pene durante l’erezione. Solidifica in 24 ore. Semplice e veloce, vi permette di creare un calco tridimensionale del vostro pene per la suprema felicità della vostra partner.”

Leggendo l’elenco ho riso molto e, per continuare, ho cercato su YouTube e ho trovato anche un tutorial.

A dire il vero mi sono chiesta perché a una donna possa servire un dildo che riproduca l’organo maschile del proprio partner. Oltretutto fosforescente. Se ha quello vero, del clone cosa se ne fa?

Poi, certo, si può giocare insieme e fare il calco come i boy scout quando sono nei boschi o il dentista per la nostra bocca e relativa dentiera. Probabilmente sarà utile per non sentire la lontananza qualora lei sia una viaggiatrice. E impugnarlo la sera per leggere un libro – visto che emana luce – o brandirlo come scaccia zanzare.

Oppure penso all’uomo, che riproduce il suo pene e lo regala in gomma all’ amata: “Cara, visto che non possiamo permetterci un sex toy, ho comprato questo kit (circa 35 euro) per il dildo fai da te”. Il turgore è l’unicità sono assicurati. Volendo c’è anche il modello vibrante.

Mio nipote ogni tanto mi chiama “Dildo-zia” perché a tal proposito ho scritto un pamphlet. Ma non si finisce mai di imparare: mi sto chiedendo da giorni chi abbia il coraggio di acquistare il kit clona-pene.

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