“Sono completamente d’accordo con Beppe”. Il consigliere regionale Andrea Defranceschi sospeso via blog da Beppe Grillo, ha postato su youtube l’intervento del leader del Movimento 5 stelle in piazza a Bologna quando parla del suo caso dicendo che ha fatto una “sciocchezza per due stipendi pagati in anticipo”. La diffida a utilizzare il simbolo è arrivata a causa della contestazione della Corte dei Conti che chiede al consigliere di rendere oltre 20mila euro. Poche ore prima c’era stato l’incontro tra il leader, a Reggio Emilia per un comizio, e il consigliere, ma a voce non c’era stato nessun chiarimento. Solo l’indomani mattina Grillo avrebbe pubblicato l’articolo di condanna sul blog: a farlo infuriare è stata in particolare la prima difesa di Defranceschi che attaccava direttamente i magistrati per l’eccessivo scrupolo “burocratico”. Un comportamento criticato dal leader: “Se la Corte dei conti dice che deve ridare 20mila euro – ha detto Grillo dal palco di Bologna – lui dovrà ridare indietro 20mila euro. Per adesso è sospeso”, ha fatto ricorso al Tar e “se il Tar gli darà ragione sarà ripreso nel Movimento“, perché “io ho il dovere di far rispettare quelle 4 regole che ci sono in questo Movimento qua, se no siamo come gli altri”.

Ora Defranceschi dà ragione a Grillo: “Queste 4 regole sono il primo a volere che si rispettino, perché ho contribuito a crearle assieme a tutti gli altri fin dal 2009, quando abbiamo iniziato nelle liste civiche di Bologna. Quindi sono completamente d’accordo con Beppe. Ritengo giusto sospendermi in questa fase anche delicata per il Movimento, non solo a tutela di tutto il Movimento, ma anche perché in questo momento ci sono centinaia di ragazzi impegnati nelle amministrative e abbiamo le europee davanti”. Poi, in un video di quasi sei minuti, spiega nei dettagli cosa gli contesta la Corte dei Conti e il suo ricorso al Tar. “Nel frattempo – conclude – continuerò a difendere il Movimento e, con lo stesso senso di reponsabilità, continuo il mio lavoro qui in Regione. Ecco cosa fa un consigliere M5s quando si gettano ombre sul suo operato”, scrive su youtube: “Rende pubblici i motivi”.

“Mi metto in gioco volentieri se può servire per l’ennesima volta a dimostrare l’enorme differenza morale ed etica che c’è fra noi cittadini del M5s e loro, politicanti di professione”, continua la difesa di Defranceschi. “Noi, se sbagliamo, paghiamo. Paghiamo noi, non i cittadini. Paghiamo in prima persona, mettendoci la faccia. Allo stesso modo, se abbiamo ragione – e abbiamo ragione, come i vecchi partiti sanno benissimo – pretendiamo che ci venga riconosciuto. La nostra rivoluzione è avere ragione su questo sistema, e lo facciamo spulciando le carte, portando documenti, denunciando, facendo vedere i fatti. La mia vicenda è un simbolo di tutto questo. Di come siamo fatti. Noi siamo puliti, non gridiamo allo scandalo se ci accusano: noi rispondiamo con la verità. Questo è il Movimento 5 Stelle“.

Tante le dimostrazioni di solidarietà nei suoi confronti. Tra le più significative anche quella del sindaco Federico Pizzarotti: “Conosco e stimo Andrea Defranceschi, compagno da tempo di tante battaglie. Una persona onesta a cui darei senza problemi le chiavi di casa e il PIN del mio Bancomat. Non ho dubbi sulla sua integrità. La sospensione è un gesto coerente con i principi del Movimento, come lo è l’accesso al Tar per far valere le sue ragioni”.

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