Dalla vecchia signora di Torino alle giovani ragazze di Brescia. Il calcio dei record è anche questione di donne: 27 vittorie di fila, 29 in 30 giornate, 87 punti su 90 in un girone unico a 16 squadre, miglior difesa, e migliore attacco. Il rullino di marcia delle rondinelle del Brescia calcio femminile è simile a quello delle zebre bianconere che in serie A hanno stracciato tutti i record, o quasi, conquistando la terza stella – sul campo – . Per la squadra – non sono una signora una con tutte stelle nella vita – allenata da Milena Bertolini, questo è invece il primo scudetto, una vittoria meritata al pari della Juventus, dopo un campionato dominato. Bastava un punto nell’ultima giornata, contro la Torres, seconda in classifica con 2 punti in meno, invece è arrivata un’altra vittoria.

Al Club Azzurri di Brescia, con circa 3.000 spettatori ad incitare le ragazze, succede tutto nella ripresa: prima il vantaggio per i padroni di casa siglato da Rosucci, poi pari di Patrizia Panico (la 39enne romana capitano della nazionale) e un rigore nei minuti di recupero per una trattenuta in area. A calciare il penalty, che regala il tricolore, Elena Linari, fiorentina classe 1994. Un gol che fa entrare la squadra del presidente Giuseppe Cesari di diritto nella storia del calcio femminile e costringe la Torres a scucirsi dalla maglietta lo scudetto che deteneva da 4 anni. Dopo 5 stagioni in serie A, il Brescia conquista così l’Italia e anche l’Europa per la prossima stagione. Un campionato vinto l’11 maggio, il giorno della festa della mamma, e una scritta scaramantica sulla maglia celebrativa del dopo gara: sul davanti “non succede, ma se succede…” e sul retro “ops, è successo. Brescia campione d’Italia“. La scaramanzia non ha sesso. Così come il calcio, così come i record. Altro che rondinelle, chiamatele leonesse. Complimenti ragazze!

 

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