Scene di ordinario scollamento dalla realtà. Mentre a Milano finiscono in carcere il direttore della pianificazione acquisti di Expo, Angelo Paris, e altre sei persone, tutti accusati di aver messo in piedi una “cupola” che gestiva appalti legati alla sanità lombarda e a Expo 2015, il premier Matteo Renzi da Genova giura che l’Italia è un Paese “in cui credere”. “C’è un’Italia”, assicura parlando dalla sede di Ansaldo Energia (di cui il Fondo strategico italiano si appresta a cedere il 40% al gruppo cinese Shanghai Electric) “molto più forte delle nostre paure e dei nostri timori, più bella dei nostri rancori. Non è l’Italia del presidente del Consiglio, dei manager” – notazione quanto mai opportuna alla luce degli eventi – “e dei grandi dirigenti bancari, ma è l’Italia che tutti i i giorni si alza la mattina presto, va a lavorare e fa bene. Noi non possiamo permetterci di rovinare questa Italia, di fare un racconto macchiettistico che fa male”. Insomma, bando al pessimismo. “C’è un clima nel nostro Paese che porta a dire che tutto va male, in cui chi dice parole di fiducia viene considerato un poco di buono, chi dice parole di speranza non è in linea con la realtà, chi parla di progetto è considerato un pazzo e visionario”. A soccorrerlo a distanza nel tentativo di sollevare il morale del Paese ci pensa poi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in un messaggio di saluto all’Assemblea 2014 di Rete imprese Italia parla di “primi segni di ripresa dell’economia” che “è necessario sostenere con il concorso di tutte le energie del paese” creando “le condizioni per un rilancio della competitività”. Il capo dello Stato, però, è giustificato dal fatto che la sua è una nota scritta in anticipo, quando probabilmente non c’era ancora notizia del terremoto in corso in Lombardia e nel resto d’Italia, con l’arresto, tra gli altri, dell’ex ministro Claudio Scajola disposto dalla Dia di Reggio Calabria.

Renzi intanto, sollecitato dai giornalisti a commentare le indagini sull’Esposizione universale – a tre giorni dall’annuncio del ministro Angelino Alfano sull’ammorbidimento dei controlli antimafia – svicola: “La politica non metta becco”, risponde di fretta lasciando la sede dell’azienda per andare in aeroporto“L’immagine del paese non è quella legata alla indagini giudiziarie ma quella legata a operazioni come questa di Ansaldo energia”. Naturalmente “massima fiducia nella magistratura e massima severità se sono stati commessi reati“, ma gli scandali non sono affare di cui il governo debba occuparsi: “I politici facciano il loro lavoro e non commentino il lavoro della magistratura”. Il premier è di corsa anche perché nel pomeriggio è atteso – insieme al ministro degli Esteri Federica Mogherini, al nuovo ad di Finmeccanica Mauro Moretti e al presidente di Snam Lorenzo Bini Smaghi – al Forum economico italo-tedesco, in corso a Roma. Dove dovrebbe convincere i concittadini di Angela Merkel che il nostro Paese ha ricominciato a crescere ed è affidabile per chi fa business. Il suo intervento è in programma subito prima del panel “Expo 2015 a Milano. Una chance per riposizionare l’Italia ai vertici internazionali“. Peccato, che all’ultimo, Renzi abbia annunciato di non potere essere presente: “Non è tornato in tempo da Genova”, è la versione ufficiale. Al suo posto arriva un “indirizzo di saluto” zeppo di buoni auspici in vista della presidenza italiana dell’unione. Chissà che conclusioni ne avranno tratto il ministro degli Esteri di Berlino, Frank-Walter Steinmeier, e gli esponenti di Deutsche Bank, Volkswagen, Bosch e altri grandi gruppi in visita in Italia proprio per farsi raccontare le ottime opportunità di investimento offerte dal Belpaese. 


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