Fra i comuni che il 25 maggio andranno a votare ce n’è uno tutto nuovo in provincia di Mantova. Si tratta di Borgo Virgilio, un’entità territoriale e amministrativa nata ufficialmente lo scorso 4 febbraio dopo la fusione dei Comuni mantovani di Virgilio e Borgoforte”. Un processo, quello della fusione, che in Lombardia ha visto nascere 9 nuove amministrazioni. Il Comune di Borgo Virgilio (poco meno di 15mila abitanti dopo la fusione) è commissariato dal 4 febbraio, quando i due consigli comunali sono stati sciolti in seguito agli esiti del referendum consultivo, che ha detto sì alla fusione con percentuali di affluenza basse, ma con maggioranze abbastanza nette (68%). Ma, nonostante i molti incontri chiarificatori fatti con i cittadini dalle amministrazioni uscenti (entrambe di centrodestra), molti dubbi su quello che succederà rimangono.

Una buona parte di persone sembra essere davvero poco consapevole di quel che comporta questo processo, che coinvolge territori confinanti. “Mi capita tuttora – spiega Giancarlo Froni, sindaco uscente di Borgoforte, il comune più piccolo dei due (poco più di 3500 abitanti, ndr) – che i miei concittadini mi fermino per strada preoccupati di quel che succederà. Ci sono gli arrabbiati, che non si rassegnano a veder sparire il comune dove sono nati e sono incapaci di comprendere i vantaggi dell’operazione”. Ossia: oltre 500mila euro all’anno di maggiori trasferimenti per 10 anni, esenzione dal patto di stabilità per tre anni e possibilità di realizzare opere bloccate, priorità sui bandi di finanziamento, riduzione delle spese della politica, riduzione delle tasse e riduzione delle spese per l’amministrazione stimate in circa 200mila euro l’anno. “Per gli arrabbiati – prosegue l’ex sindaco di Borgoforte – queste non sono motivazioni sufficienti. Erano disposti, piuttosto che perdere l’antico gonfalone, a veder azzerati i contributi alle scuole o al sociale, a ridimensionare la scuola materna, ad eliminare il trasporto scolastico. Tutte voci di spesa non obbligatorie fra quelle presenti a bilancio”. Froni si ricandiderà come vice di Alessandro Beduschi, candidato sindaco e primo cittadino uscente di Virgilio. Contro di loro correrà Francesco Dugoni, inizialmente scettico sull’utilità della fusione. 

Ma più numerosa è la categoria di quelli che non hanno le idee chiare. Sono quelli che, come spiega Froni, chiedono preoccupati se spariranno le scuole, gli studi medici, le poste, i bancomat, le farmacie… Dubbi smentiti che, però, accompagnano, soprattutto, i cittadini del paese più piccolo. Questi si ritroveranno spostati tutti i servizi a Virgilio, il centro maggiore e sede della nuova amministrazione di Borgo Virgilio.

Obbligo, per i centri con meno di 5mila abitanti, della gestione associata con altri comuni delle funzioni fondamentali, che avrebbe di fatto esautorato sindaco e giunta. E poi spending review e patto di stabilità da rispettare. Sono queste le motivazioni che hanno spinto i due comuni a percorrere la strada della fusione, vista come ancora di salvezza: “Dal 2012 – spiega Beduschi, sindaco uscente del comune che ha dato i natali al poeta Virgilio – Lo Stato ha tagliato il 50% dei trasferimenti economici al nostro comune. E le prospettive sono di ulteriori decurtazioni. Ciò avrebbe significato tagliare, ulteriormente, in servizi al cittadino. Con la fusione, invece, recuperiamo ossigeno”.

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